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Il punto non è togliere la fatica ma darle un senso

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 10/06/20

Non è furbo chi prende scorciatoie ma chi conosce il valore del suo impegno. Gesù è venuto per dare una direzione nuova alla fatica che facciamo e darle compimento.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.
In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. »  (Mt 5,17-19)

“Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento”. Fa sempre bene ricordare questa precisazione che Gesù fa nel Vangelo di oggi. Infatti la nostra cultura edonista delle volte travisa il Vangelo, interpretando le parole di Cristo in senso distruttivo e non nel senso vero del loro significato. Infatti nella cultura edonista bisogna rigettare ogni forma di fatica. Stare alle regole è faticoso, implica lavoro su di sé, disciplina, senso del limite. Allora pensiamo che Cristo è un liberatore quando ci libera da questa fatica.

È lo stesso ragionamento che fa uno studente quando invece di assumersi la fatica di studiare, pensa che il compagno che gli passa le risposte del compito in classe sia uno che gli vuole bene, quando invece lo sta condannando a rimanere ignorante per tutta la vita. Gesù è venuto per dare una direzione nuova alla fatica che facciamo nel prendere sul serio la Legge e i Profeti. E, questa direzione nuova, Egli la chiama compimento. È come se ad un certo punto dopo che una squadra di calcio ha fatto ore ed ore di allenamento, nel giocare una partita, vince, e si sente dire dal proprio allenatore “ora tutta la fatica che avete fatto ha raggiunto uno scopo, un compimento”. Gesù è Colui che non ci fa fare fatica a vuoto, ma che ci aiuta a vivere la fatica di vivere secondo una vittoria che Egli stesso c’ha ottenuto. Ma è una vittoria che Egli compie insieme con noi, con la nostra libertà, con la nostra parte. “Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli”. Il cristianesimo, così, non è una scorciatoia, ma il modo giusto di percorrere la strada della vita. Infatti Gesù non ci ama fino al punto di vivere al posto nostro, ma fino al punto di prestarci la sua spalla per portare con noi il peso delle nostre fatiche.

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