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Chi era Madre Teresa di Calcutta?

POPE FRANCIS – Mother Teresa Canonization

© Antoine Mekary / ALETEIA

Aleteia - pubblicato il 10/06/20

Religiosa di origine albanese e nazionalità indiana, è stata dichiarata santa dalla Chiesa cattolica per il suo lavoro con i più poveri

Madre Teresa di Calcutta è una santa della Chiesa cattolica famosa per il suo lavoro con le persone che vivevano in condizioni di estrema povertà in India nella seconda metà del XX secolo.

Il nome di Battesimo di Madre Teresa era Gonxha Agnes. Era di etnia albanese, ed era nata a Skopje il 26 agosto 1910. Aveva la nazionalistà indiana, ed è morta a Calcutta il 5 settembre 1997.

Era la figlia minore di Nikola e Drane Bojaxhiu. Ha fatto la Prima Comunione a cinque anni e mezzo e ha ricevuto la Confermazione nel novembre 1916.

La morte improvvisa del padre quando quando Gonxha aveva circa 8 anni ha lasciato la famiglia in una situazione di grande difficoltà finanziaria. La madre ha allevato i figli con fermezza e amore, influenzando molto il carattere e la vocazione della figlia minore.

Nella sua formazione religiosa, Gonxha è stata assistita anche dalla vibrante parrocchia gesuita del Sacro Cuore, nella quale era inserita.

Religiosa

Spinta dal desiderio di diventare missionaria, Gonxha ha lasciato la sua casa nel settembre 1928 per entrare nell’Istituto della Beata Vergine Maria, note come Suore di Loreto, in Irlanda.

Lì ha ricevuto il nome di suor Maria Teresa (da Santa Teresa di Lisieux). Nel mese di dicembre ha iniziato il suo viaggio verso l’India, arrivando a Calcutta il 6 gennaio 1929.

Dopo aver professato i suoi primi voti nel maggio 1931, suor Teresa è stata destinata alla comunità Loreto Entally di Calcutta, dove ha insegnato nella scuola femminile di St. Mary.

Il 24 maggio 1937, suor Teresa ha fatto la professione perpetua, diventando, come diceva lei stessa, “la sposa di Gesù” per “tutta l’eternità”.

Da quel momento è stata chiamata Madre Teresa. Ha continuato a insegnare al St. Mary’s, diventando direttrice del centro nel 1944.

I vent’anni che Madre Teresa, persona di profonda preghiera e profondo amore per le sue consorelle e le studentesse, ha trascorso in quel centro sono stati caratterizzati da una profonda allegria.

Piena di carità, altruismo e coraggio, di capacità di lavorare sodo e con un talento naturale come organizzatrice, ha vissuto la sua fedeltà a Gesù con fedeltà e gioia.

La chiamata di Gesù

Il 10 settembre 1946, durante un viaggio da Calcutta a Darjeeling per il suo ritiro annuale, Madre Teresa ha ricevuto la sua “ispirazione”, la sua “chiamata all’interno della chiamata”.

Quel giorno, in un modo per lei inspiegabile, la sete d’amore e di anime si è impadronita del suo cuore, e il desiderio di placare la sete di Gesù è diventata la forza motrice di tutta la sua vita.

Nelle settimane e nei mesi successivi, attraverso voci e visioni interiori, Gesù le ha rivelato la Sua richiesta: “Vieni e sii la mia luce”.

Gesù le ha rivelato il Suo dolore per l’oblio nel quale erano sprofondati i poveri, la Sua tristezza per il loro abbandono e il desiderio di essere amato da loro.

Ha quindi chiesto a Madre Teresa di fondare una congregazione religiosa, le Missionarie della Carità, dedicata a servire i più poveri.

Sono passati quasi due anni di prove e discernimento prima che Madre Teresa ricevesse il permesso di iniziare.

Il 17 agosto 1948 ha indossato per la prima volta il sari bianco bordato di blu e ha attraversato le porte del suo amato convento di Loreto per entrare nel mondo dei più poveri.

Impatto sulla Chiesa cattolica

Giovanni Paolo II l’ha definita l’icona del Buon Samaritano, affermando che andava ovunque per servire Cristo nei più poveri dei poveri. “Nemmeno i conflitti e le guerre riuscivano a fermarla”, ha dichiarato.

“Ogni tanto veniva a parlarmi delle sue esperienze a servizio dei valori evangelici”, ha affermato il Pontefice nella Messa per la beatificazione di Madre Teresa (19 ottobre 2003).

“Ricordo, ad esempio, i suoi interventi a favore della vita e contro l’aborto, anche in occasione del conferimento del Premio Nobel per la pace (Oslo, 10 dicembre 1979). Soleva dire: ‘Se sentite che qualche donna non vuole tenere il suo bambino e desidera abortire, cercate di convincerla a portarmi quel bimbo. Io lo amerò, vedendo in lui il segno dell’amore di Dio’”.

“La sua vita è una testimonianza della dignità e del privilegio del servizio umile. Ella aveva scelto di non essere solo la più piccola, ma la serva dei più piccoli. Come madre autentica per i poveri, si è chinata verso coloro che soffrivano diverse forme di povertà. La sua grandezza risiede nella sua abilità di dare senza calcolare i costi, di dare “fino a quando fa male”. La sua vita è stata un vivere radicale e una proclamazione audace del Vangelo”.

Nella Messa per la sua canonizzazione (4 settembre 2016), Papa Francesco ha affermato che “la sua missione nelle periferie delle città e nelle periferie esistenziali permane ai nostri giorni come testimonianza eloquente della vicinanza di Dio ai più poveri tra i poveri”.

La sua santità è così vicina a noi, così tenera e feconda, che continueremo spontaneamente a chiamarla “Madre Teresa”. Auguriamoci che questa instancabile agente di misericordia ci aiuti a comprendere sempre meglio che il nostro unico criterio di azione è l’amore gratuito, libero da qualsiasi ideologia e da qualsiasi vincolo, ed effuso su tutti senza distinzione di lingua, cultura, razza o religione.

Opera di carità

Madre Teresa ha fondato una congregazione religiosa, le Missionarie della Carità. All’inizio non immaginava una congregazione femminile, e ha accolto la sua prima compagna nel marzo 1949.

La “piccola società” di dodici membri è stata creata ufficialmente il 7 ottobre 1950, ma l’opera a poco a poco è cresciuta.

I rami religiosi includono le suore, seguite dai fratelli (nato nel 1963), dalle suore contemplative (1976), dai fratelli contemplativi (1979) e dai padri (1984).

Come famiglia religiosa, le suore attive e contemplative compongono una congregazione, mentre fratelli e padri costituiscono tre congregazioni separate.

Tutti condividono il carisma di Madre Teresa di placare la sete d’amore di Dio mediante la santità personale e il lavoro per la salvezza e la santificazione dei più poveri tra i poveri.

Per i laici, Madre Teresa ha istituito i collaboratori il 29 marzo 1969 e i collaboratori dei malati e dei sofferenti il 13 gennaio1953.

I missionari laici della carità sono stati fondati il 13 aprile 1987.

Secondo dati del 2007, solo le suore della Carità erano 4.823, in 757 case in 134 Paesi.

Tutta la vita e l’opera di Madre Teresa è stata una testimonianza della gioia di amare, della grandezza e della dignità di ogni persona umana, del valore delle piccole cose fatte con fedeltà e amore e del valore senza pari dell’amicizia con Dio.

Ma c’era un altro lato eroico in questa donna, emerso solo dopo la sua morte. Nascosta da tutti, anche dalle persone che le stavano più vicino, la sua vita interiore è stata segnata dall’esperienza di un profondo, doloroso e costante senso di separazione da Dio, fino a sentirsi rifiutata da Lui, insieme a un desiderio crescente del Suo amore.

Lei stessa ha definito la sua esperienza interiore “oscurità”. La “notte dolorosa” della sua anima, cominciata più o meno all’inizio del suo lavoro con i poveri e proseguita fino alla fine della sua vita, ha portato Madre Teresa a un’unione sempre più profonda con Dio.

Nelle tenebre, ha condiviso la sete di Gesù (il doloroso e ardente desiderio d’amore di Cristo) e la desolazione interiore dei poveri.

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