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8 segni del fatto che si è tiepidi a livello spirituale

LAZY

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Aleteia - pubblicato il 09/06/20

Uno è il disprezzo delle piccole cose, un altro agire senza purezza di intenzione, senza ordine né metodo

Monsignor Ascânio Brandão commenta, in un testo importante per chiunque voglia progredire nel cammino della santità, 8 segni di tiepidezza, ovvero di mediocrità spirituale:

1.Facile omissione delle pratiche di pietà

L’anima pia ha la vita di pietà rivolta a un regolamento particolare facile da osservare, e non omette facilmente le pratiche di pietà. È di una fedeltà estrema, soprattutto nei confronti della meditazione. Se gravi occupazioni o una vera necessità la impediscono, cerca di sopperire alla mancanza non appena possibile. L’anima tiepida omette con quasiasi pretesto gli esercizi di pietà, passa giorni senza meditare, e perfino senza pratiche di pietà di qualsiasi genere. Ciò è esattamente il contrario del fervore. “Non dico che questo provi tutto”, dice padre Fabro, “ma prova molto. Ogni volta che esisterà tiepidezza ci sarà questo sintomo”.

2. Compiere gli esercizi di pietà con negligenza

Nella tiepidezza ci sono anche preghiera, Messe, Confessioni, Comunioni, rosari, ecc., ma la routine rende tutto inutilizzabile. La routine e la cattiva volontà. Confessioni e Comunioni mal preparate, preghiere con innumerevoli distrazioni volontarie… E peggio ancora, mancanza di generosità e di qualsiasi sforzo per correggersi.

3.Pensare che nella propria vita spirituale tutto vada male

Non si sente del tutto a suo agio con Dio. Non sa esattamente dove sia il male, ma è certa che non sia tutto in ordine. È un malessere, un disagio interiore. E senza pace, chi è tiepido si agita inutilmente e lascia che si radichi nel cuore l’abitudine al peccato veniale. Questo segno procede sempre di pari passo con i primi due. Se in un’anima manca la generosità per essere fedele ai suoi doveri di pietà, queste omissioni e negligenze finiscono per lasciarla in uno stato deplorevole di noia nei confronti delle cose sacre e perfino di Nostro Signore.

4. Agire senza purezza d'intenzione, senza ordine né metodo

La purezza d’intenzione consiste nel realizzare con un fine onesto e soprannaturale tutte le azioni della nostra vita: pratiche di pietà, doveri di stato, occupazioni quotidiane…, anche le cose minime. È quello sguardo interiore sempre fisso su Dio e deviato dalle creature. Fare tutto per la gloria di Dio, vedere in tutto la Sua volontà e sottomettervi con spirito di fede e rassegnazione. Ecco l’intenzione più pura che si possa immaginare, il principio più elevato e l’ideale più perfetto di un’anima pia. I santi non avevano altro motivo, né cercavano altro fine sulla Terra. Santa Maddalena de’ Pazzi si sentiva rapita in estasi, sentendo “La volontà di Dio!” Sant’Ignazio ha legato alla Compagnia di Gesù, come ricca eredità, il suo motto: A.M.D.G. – Ad Maiorem Dei Gloriam, Tutto per la Maggior Gloria di Dio! La purezza d’intenzone è l’alchimia celeste che trasforma in oro di meriti per il cielo tutte le nostre buone azioni. Senza di essa, perdiamo ogni giorno ricchezze incommensurabili. L’anima tiepida fa tutto per amor proprio e capriccio, seguendo in tutto la natura. È la leggerezza, la preoccupazione della propria volontà, i calcoli umani, la vanità quando fa il bene, il desiderio di essere gradita alle creature e di apparire. Va in cerca di adulazioni e rifugge il sacrificio occulto, l’abnegazione e altre virtù che non brillano agli occhi delle creature e costituiscono il segreto del Re! E Dio ricompensa le nostre azioni, dice la santa, a peso di purezza d’intenzione. Quanto l’essere tiepidi deruba e spoglia la povera anima quando le strappa la purezza d’intenzione!

5. Accontentarsi della mediocrità e della negligenza nel perseguire abitudini virtuose

Se la mediocrità è già disastrosa nella scienza, nella letteratura e nell’arte, lo è in proporzione davvero calamitosa quando si tratta della pratica della virtù. Il mediocre non ama la parola “santità”, non comprende l’eroismo delle anime generose, l’abnegazione, il sacrificio. Per lui la virtù eroica è un’esagerazione! La santità è un misticismo! E cosa intende per misticismo? Qualcosa di folle e anormale. Si accontenta del mezzo termine, e così non si sforza di acquisire abitudini di una virtù solida.

6. Il disprezzo delle piccole cose

I santi fuggivano dalle minime imperfezioni, e si purificavano ogni giorno dalle piccole mancanze. Chi è tiepido non lo fa. Ride di quello che chiama scrupolo delle anime pie – la fedeltà nelle piccole cose. E non dimentichiamo queste grandi verità: 1) i santi sono diventati tali mediante la ripetizione continua di una moltitudine di azioni insignificanti, per la cura infaticabile delle piccole cose; 2) hanno fatto cose grandi solo quando sono arrivati alla santità. I piccoli sacrifici nascosti, le piccole croci, le piccole virtù, le piccole mortificazioni, tutto questo ogni giorno, ogni minuto, accettato con generosità santifica un’anima. È il cammino percorso da Santa Teresina, la piccola via dell’infanzia spirituale. Che ricchissima fonte di grazie! L’essere tiepidi, però, secca questa fonte, sterilizza la vita spirituale, sogna estasi e commette ogni giorno il peccato quasi senza rimorso. E i peccati veniali, camuffati da piccole mancanze inevitabili per la fragilità umana, si moltiplicano in modo spaventoso nell’anima, alimentando la tiepidezza fino al peccato mortale e all’indurimento del cuore. Disprezzare abitualmente le piccole cose è molto grave. San Gregorio arriva a dire che si deve avere più timore delle piccole mancanze che di quelle grandi, perché queste provocano subito il pentimento e suscitano orrore, mentre le altre non spaventano, e preparano in modo sordo alla rovina spirituale, e ciò che è peggio senza rimorso di coscienza, e perfino sotto il manto della virtù.

7. Pensare più al bene già fatto che a quello che resta da compiere

È una presunzione che porta a riposare e a indebolirsi nel cammino del sacrificio e della virtù, perché giudica di aver fatto qualcosa in passato per la salvezza. Nessuno sforzo, nessuna generosità. Nostro Signore diceva nel suo Vangelo che dopo aver fatto molto dovremmo dire “Siamo servi inutili” e proseguire nella lotta, perché l’ideale della perfezione è l’Infinito: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. Come abbiamo già detto, la tiepidezza si accontenta della mediocrità. L’anima tiepida ritiene di aver fatto molto perché in passato è stata pia e ha lavorato per la sua santificazione, ha lottato, ha praticato opere buone di zelo e di carità, si è sacrificata nella lotta del bene. Ora vuole riposare. Riposa, non lotta più, si lascia trascinare dall’indolenza e rende il suo cuore il campo del pigro. San Paolo pensava esattamente il contrario: “Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato (il premio); ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù” (Fil 3, 13-14). Il tiepido non si paragona ai più santi e fervorosi, ma si giudica sempre migliore di tanti altri peggiori di lui, ed è così che si addormenta tranquillamente. Non vuole progredire nella virtù. San Gregorio paragona la vita cristiana a una barca in cui si naviga controcorrente. Chi vi sale deve remare sempre, o viene trascinato via dalla corrente. Sant’Agostino, nel suo stile chiaro e incisivo, dice: “Se dici ‘Basta’ sei perduto!” Sì, il giorno in cui incrociamo le braccia nella lotta per la santificazione dell’anima tutto è perduto. Addio santificazione, e magari addio salvezza eterna! San Bernardo chiede: “Non volete progredire? Dite ‘Voglio rimanere qui dove sono arrivato’? Volete l’impossibile!” Il demonio, dice Santa Teresa, mantiene molte anime nel peccato o nella tiepidezza, facendo credere loro che aspirare alla santità sia una questione di orgoglio. Che illusione pericolosa! Ricordate, tiepidi, soprattutto se avete già ricevuto grazie di Nostro Signore, come ad esempio sacerdoti, religiosi e anime consacrate a Dio, che è terribile abusare della grazia, e molte anime chiamate alla santità, dice padre Desurmont basandosi su Sant’Alfonso, o si salvano come santi o mettono a rischio la loro salvezza eterna. Ha scritto il Santo Dottore che se qualcuno nella vita religiosa (e potremmo aggiungere nella vita di pietà) si vuole salvare ma non come santo corre il rischio di perdersi.

Tutti questi segni di tiepidezza procedono in genere di pari passo con quest’ultimo, infallibile:

8. Peccato veniale volontario e abituale. Gli altri segni possono essere attenuati o mancare, ma questo è “infallibile”. Laddove esiste l’abitudine al peccato veniale, esiste la tiepidezza con tutta la serie di mali e disgrazie che apporta alla vita spirituale.

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