Sulla sua pagina Facebook, padre José Eduardo Oliveira ha postato questo testo sulle posizioni ideologiche per difendere l’aborto:
Esistono molte differenze tra l’aborto e le altre piaghe dell’umanità. Ne elencherò tre:
A) Differenza morale: dato che la vita è il principio per la recezione di tutti gli altri beni, non c’è ingiustizia più grande che quella di privare un nascituro della vita, senza la quale è privato di tutti gli altri beni. Chi non lo capisce non ha il senso delle proporzioni morali (per lui il primo comandamento vale tanto quanto il decimo).
B) Differenza politica: esiste tutta un’organizzazione internazionale per introdurre la pratica dell’aborto nei vari Paesi, e quindi per neutralizzare ogni azione politica negativa serve una contro-azione politica eccellente e applicata. Le altre piaghe sono dovute più alla trascuratezza, e sono effetto della malizia della gente, dell’emarginazione, ecc.; quanto all’aborto, c’è una mobilitazione di gruppi multimilionari in sua difesa.
C) Differenza sociologica: in funzione della cultura della morte, si vuole ridefinire la struttura della società come un tutt’uno – famiglia, istituzioni educative, giuridiche e perfino religiose -, finora con relativo successo. Per questo, si inventano ideologie con base pseudo-scientifica: dall’aborto, l’eutanasia e il suicidio assistito all’ideologia di genere, l’educazione globale e il multiculturalismo.
Chiunque dica che la difesa della vita del nascituro è selettiva sta incappando in qualche modo nella disinformazione.
Ricordo che questo concetto è stato usato ultimamente in modo sbagliato. La disinformazione non è il semplice possesso di informazioni scorrette, ma una strategia di disorientamento in cui il nemico cerca di neutralizzare la vittima avvalendosi di persone affidabili e di argomentazioni retoricamente calcolate per paralizzarne le azioni.
La pretesa di diluire la militanza pro-vita nella generica attuazione di un’agenzia sociale non è altro che un golpe moralista che mira a colpevolizzare la lotta contro l’aborto per lasciare la strada libera ai suoi difensori.
Chi attua disinformazione non ne è sempre consapevole. A volte si tratta semplicemente di persone che interiorizzano le conversazioni che ascoltano e le trasmettono con un’aura di sacrosanto purismo.