María e José ricordano quella cena a tema come il momento che ha permesso loro di sapere che se uno sta bene può far star bene anche gli altri. È stato un momento splendido per riflettere e guardarsi dentro.
A volte possiamo essere prigionieri delle nostre paure, delle nostre incertezze, delle nostre angosce, ma quando la famiglia è una squadra, è una squadra di élite in cui tutti si uniscono. E anche se ciascuno ha i suoi tempi, pensare agli altri e cercare di apportare il proprio granello di sabbia a quella convivenza fa sì che le difficoltà, se condivise, siano meno pesanti da sopportare.
Condivido la storia di María perché mi sembra qualcosa che è potuto accadere a tutti, e in cui la semplicità nell’affrontare i problemi, l’ingegno per uscire dalla routine e soprattutto l’affetto hanno fatto sì che questa famiglia continui a camminare insieme nonostante le difficoltà e i dispiaceri.
José non è ancora potuto tornare a lavorare, con tutto ciò che comporta a livello economico e di frustrazione personale. Bisogna accettare la realtà che abbiamo davanti. Ha anche visto, però, che è nella sua famiglia che può rifugiarsi davvero, perché è lì che viene amato non per quello che ha, ma per quello che è: José, l’uomo, il marito, il padre.
Anche María si è rilassata un po’, e ora è José ad essere più vivace – cucina, si occupa della logistica familiare e inizia a “riciclarsi” leggendo e studiando per adattarsi a quello che potrebbe portare il futuro.
Sono convinta che qusta famiglia uscirà rafforzata da questa crisi, perché ha ben chiaro ciò che è davvero importante, quali sono i suoi valori e come i suoi membri si muovono come un ingranaggio perfetto.
Mercedes Honrubia Gª de la Noceda è direttrice dell’Instituto Coincidir.