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“Migliore”, il nuovo singolo dei Reale per il post pandemia

MIGLIORE NUOVO SINGOLO REALE

© Reale

Anna Raisa Favale - pubblicato il 04/06/20

“Troviamo il coraggio di essere migliori”

Mi trovo nell’Ovest dell’America, è un pomeriggio di fine Aprile. L’Aprile della Quarantena, 2020, quello che ci ricorderemo negli anni. Ale mi invia il pezzo, parte la musica, e questa canzone sembra originarsi dalla mia memoria: sintetizzatori, suoni nostalgici ottantiani. Mi rivedo a 15 anni sdraiata sul letto con le cuffiette nelle orecchie ad ascoltare assoli di chitarra e sognare dei road movies di quegli anni, di quell’America che sa di strada e di libertà: è la colonna sonora perfetta per questa parte di cielo, penso.

Questo sound è inaspettato, diverso, completamente fuori dal loro stile. Eppure sa tanto di sogno, di futuro, di nuovo; ha un’energia giovane, infonde forza, desiderio di cambiare.

Si chiama “Migliore” ed è il nuovo singolo dei Reale. Alessandro mi aveva avvisato, la canzone era accompagnata da una mail che diceva:

«Una mattina stavo “frugando” tra le mie vecchie canzoni e mentre ascoltavo la demo piano/voce/chitarra di Migliore, Samu (mio figlio, 13 anni) è entrato in studio. Alla mia domanda: che ne dici? Mi ha risposto – carina, ma arrangiata così non la ascolterà nessun ragazzo, perché non fai una canzone che possano ascoltare anche quelli della mia età? – Un po’ ferito nell’orgoglio e un po’ incuriosito, gli chiedo di dirmi come dovrebbe essere. Accendo Logic, apro il progetto di una canzone nuova e con lui ascolto suoni, effetti e loop, canzoni virali, artisti nuovi etc etc. Esce una canzone “da radio”. Sconvolgente per quanto lontana sia dal nostro stile, ma fresca, nuova, orecchiabile, leggera e profonda”».

“Ha ragione Samu” – gli dico – questa canzone è forte.

La ascolto più volte, mi sembra di essere in una serie TV per ragazzi – una di quelle che dovrebbe andare su Netflix o su Amazon Prime – ma di una produzione alternativa, che apre ad una consapevolezza nuova su cosa sia la vera libertà, parola di cosi facile appeal soprattutto tra chi ha 13 anni oggi, ma cosi abusata.

Chi è che non vuole essere libero? È il desiderio di tutti: essere felici, essere liberi.

“Ci cascheremo tutti se non lo abbiamo fatto già, confondendo voglia e libertà”, si canta in Migliore. Libertà sembra una parola assoluta, ma è davvero cosi? Di qualche libertà parliamo? È vero che spesso è facile scambiarla per la “voglia” di qualcosa, come se essere liberi volesse dire solo e sempre fare tutto quello che abbiamo voglia di fare.

Ma la libertà a cui ci ha elevato Dio è molto più grande di questo. Dio ci ha creati secondo un piano, con un progetto, con una missione. La libertà che vuole darci Lui è quella cosa che ci rende liberi dal mondo, liberi dalle ideologie, liberi dai condizionamenti, così da riuscire ad incarnare quella missione, a scoprire quel progetto unico che Lui ha per ognuno di noi e portarlo a compimento.

E penso che quando avevo 15 anni io, avevo dentro una voglia di cambiare il mondo che raramente ho ritrovato dopo. Avevo il sogno di cambiare il mondo. Come hanno vissuto i ragazzi questa quarantena? Come l’avremmo vissuta noi, alla loro età?

In Italia in questo periodo storico credere in qualcosa di radicale e grande sembra un lusso troppo costoso, da tanti punti di vista, da non poterselo permettere, e in questi mesi deve essere sembrato ancora più impossibile. Eppure Dio non smette di incoraggiarci, di guidarci, di correggerci, se necessario, ma sempre per aiutarci a ritornare sulla Sua strada, quella che porta lontano, che ci fa essere veramente liberi dalle nostre “voglie”, il cui soddisfacimento non porta a vera gioia, ma solo a piacere istantaneo, superficiale e di poco senso, per abbracciare la vera libertà dei figli di Dio, quella che si libera di noi stessi per abbracciare la Sua volontà e trovare la vera gioia.

Qualche settimana fa ho preso la macchina e ho guidato per ore. Sono arrivata in Utah, poi in Nevada. Ho attraversato il deserto, su strade lunghissime e dritte per ore, con pochissime macchine attorno, come sono alcune strade qui, quelle di quegli stessi film che immaginavo da ragazza. Quanto somigliano quelle strade alle strade della fede: strade lunghe nel deserto, senza segnali per miglia, dove a volte sembra non arrivare mai. Eppure queste strade lunghe hanno un senso, così tanto senso.

A volte Dio ci mette su una strada lunga e ci fa restare lì per settimane, mesi, a volte anni. Sembra che niente cambi, che niente succeda. Come è stata questa quarantena, come sono spesso le prove della vita. Poi, un giorno, quelle strade arrivano a un incrocio, si gira l’angolo, e la vita cambia in un momento, senza averlo previsto. Quello che Dio ci chiede è solo di fidarci. Se, nel mezzo del deserto, scoraggiati e delusi, ci fermiamo, o decidiamo di tornare indietro, non sapremo mai cosa ci stava aspettando alla fine della strada. Prerogativa della fede è la fiducia.

Ed è così che sento Migliore: una canzone nata dall’isolamento, da questi mesi di paure, ansie, dolore, incertezza, che però esplode di fiducia, di voglia di ricominciare, di rifare, di ricostruire, di guidare fino in fondo a quelle strade e credere che si possa essere migliori, dopo, e si possa incontrare alla fine il vero senso di tutto. Che come Papa Francesco ha ricordato nell’Angelus a Pentecoste, lo stesso giorno che i Reale avevano scelto per il lancio del singolo: “Sapete che da una crisi come questa non si esce uguali, si esce o migliori o peggiori. Abbiamo il coraggio di cambiare, di essere migliori di prima e poter costruire positivamente la post crisi della Pandemia”. Quale perfetta dio-incidenza!

Ad ognuno di noi è affidato questo messaggio, ma una volta in più è affidato a chi oggi ha 13, o 15 anni e a cui spetta costruire il mondo del futuro, una post crisi che non è solo quello post Pandemia, ma è anche dalle situazioni stantie e sterili che viviamo nel presente, dalla paura che ci paralizza, dalle ingiustizie, da un mondo che ci sembra ci tratti in modo ostile e ci parla di individualismo come convenienza.

Scrivo nei giorni delle proteste in America dopo la morte di George Floyd. Quella che è con orgoglio chiamata “The land of the Free” – “La terra dell’uomo libero”, sembra vivere di contraddizioni grandissime in tema di libertà. E allora è chiaro che la libertà che ci offre il mondo, quella di vivere e morire come più ci piace, nella terra che, una per tutte, rappresenta il baluardo dei diritti per tutti, non è la vera libertà, né tantomeno quella che ci offre Dio.

L’idea di quell’America che sognavo a 15 anni, di orizzonti lontani e luminosi, è molto diversa da quello che l’America, da quello che il mondo è oggi, nel 2020, e solo una generazione nuova può costruire quel sogno, una generazione che stavolta riparte dall’Italia e da quella Christian music che, sebbene faccia molta più fatica ad essere riconosciuta nel nostro paese che qui, sta crescendo ogni giorno e sta trovando in se stessa e nella sua missione la forza per diventare grande, e toccare veramente i cuori di migliaia di persone.

E allora i Reale buttano il cuore oltre l’ostacolo e accettano la sfida di parlare a un pubblico nuovo, diverso, quello che ha più bisogno di sentirsi parte, di essere risollevato, di ricevere forza, speranza, di sentirsi dire che Dio vuole fare delle loro vite un capolavoro e che la croce è solo un passaggio nella storia dell’uomo – fondamentale, ma comunque un passaggio – che porta alla Risurrezione.

Reso pubblico solo qualche giorno fa, il singolo è già nei primi tre posti nella classifica di Amazon Music, in un tris sorprendente che li vede insieme a Nek e Lady Gaga. E primo nella classifica di Christian Music.

Il video della canzone è esso stesso un tributo a questi mesi di quarantena e agli incredibili scambi umani e spirituali che pure sono avvenuti, nonostante tutto, nel mondo virtuale dei social. Il profilo Instagram dei Reale si è trasformato ogni giorno in un salotto virtuale di conversazione dei temi più diversi: rosari online, momenti di preghiera, canto, storie di conversioni e di fede, invitando tantissimi personaggi.

Il video di Migliore è composto da tanti brevi video inviati singolarmente e poi montati insieme da chi ha preso parte in questi mesi a queste conversazioni. Da Nek a Saturnino, Giusy Buscemi, Ziza Fernandes, Don Davide Banzato, Don Alberto Ravagnani, i ragazzi della Comunità Cenacolo, i ragazzi del Sermig, i The Sun, i Kantiere Kairòs, Debora Vezzani, Mienmiuaif e tanti altri.

Migliore è parte di un Greatest Hits che contiene 23 canzoni rimasterizzate, si attraversano 10 anni di musica Reale. Non è un punto di arrivo ma un nuovo inizio. “Sentiamo che questa è una opportunità per ricominciare con un passo diverso, più attento, più fresco, più attivo, più umile ma forse più presente, si chiude un capitolo per cominciare a scriverne uno nuovo”.

Oltre a visitare la loro pagina Instagram, si può trovare il singolo a questo link: https://linktr.ee/realemusica

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