Perfino la parola “diavolo” può essere tradotta come “colui che divide”Il diavolo ama il caos. Dalla sua caduta dal Paradiso, Satana cerca di dividere il mondo. La sua prima azione è stata quella di dividere gli angeli, seguita dalla tentazione di Adamo ed Eva nel giardino, che ha provocato un solco tra i primi esseri umani e Dio.
La divisione è il campo di gioco del diavolo, e non dovrebbe sorprenderci. La parola “diavolo” deriva dal termine greco “diabolos”, che può essere tradotto come “dividere”, “separare”, o più letteralmente “scagliare contro”.
Papa Francesco ha parlato molto di questa tattica del diavolo, affrontandola direttamente in un discorso ai partecipanti a un seminario per vescovi dei territori di missione:
“Le divisioni sono l’arma che il diavolo ha più alla mano per distruggere la Chiesa da dentro. Ha due armi, ma quella principale è la divisione… Per favore, lottate contro le divisioni, perché è una delle armi che ha il diavolo per distruggere la Chiesa locale e la Chiesa universale. In particolare, le differenze dovute alle varie etnie presenti in uno stesso territorio non devono penetrare nelle comunità cristiane fino a prevalere sul loro bene. Ci sono sfide difficili da risolvere, ma con la grazia di Dio, la preghiera, la penitenza, si può. La Chiesa è chiamata a sapersi porre sempre al di sopra delle connotazioni tribali-culturali e il Vescovo, visibile principio di unità, ha il compito di edificare incessantemente la Chiesa particolare nella comunione di tutti i suoi membri”.
Ogni volta che vediamo la divisione nel nostro mondo, soprattutto quella che mette un gruppo della società contro l’altro, possiamo affermare che in qualche modo c’è dietro il diavolo, che vuole che ci distruggiamo. L’odio nei confronti degli altri è uno dei modi più rapidi per diventare autori della propria rovina.
Gesù, invece, desidera l’unità:
“Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno” (Giovanni 17, 20-22).
La Santissima Trinità è il primo esempio di unità e comunione, cosa a cui parteciperemo se un giorno arriveremo in Paradiso. Il Cielo sarà essenzialmente il fatto di stare in “comunione”, uniti non solo a Dio, ma gli uni agli altri.
Più di tutto, dobbiamo sforzarci per ottenere l’unità nella verità, unendoci per combattere le ingiustizie con carità. Se rimarremo uniti sotto la guida di Gesù Cristo potremo contrastare i progetti del demonio.