Voglio vivere con un senso, grato, non sopravvivendo. Ora posso costruire il mondo che ho sognato. Posso mettermi all’opera con altri, non da solo, perché ho sognato con tanti.
Posso farlo perché nella mia anima c’è il desiderio di vivere in modo diverso il resto dei miei giorni. Metto da parte quello che mi toglie la vita a poco a poco. E abbandono la mia pelle passata per rivestirmi di Gesù ogni mattina. Scelgo di vivere il presente:
“Se viviamo il presente riceviamo la grazia per lasciare ogni giorno il passato alla misericordia e il futuro alla Provvidenza”.
Non resto ancorato al passato. Non mi angoscio pensando a quello che deve venire. La vita non è nelle mie mani, lo so, ne ho verificata la fragilità.
Il mio atteggiamento caratterizza il cammino che percorro lungo nuovi sentieri mai sperimentati prima. Sono certo che il cambiamento sia possibile, che si possano fare le cose in modo diverso.
Se sorrido grato, tutto intorno a me cambia. Se affondo nelle lamentele costanti creo un’atmosfera stagnante.

Se sono solidale ho un altro sguardo. Smetto di cercare la mia felicità, cercando quella altrui. Accompagno le lacrime di chi soffre. E condivido con chi ride i suoi sorrisi.
Mi metto all’opera disposto a fare cose che prima non sapevo. Ora ho imparato come un bambino. Sempre attento ai cambiamenti. Alla vita.
Sono disposto ad essere alunno, discepolo. Basta voler imparare quello che non conosco. Spezzare i rigidi schemi che mi legano. Mettere da parte i miei pregiudizi.
Servire lavando i piedi di mio fratello. Senza pensare che quello che faccio sia umiliante. Salvare vite nella quotidianità, senza attribuirmi premi o medaglie.
Essere uno dei tanti in una folla che cammina unita verso il suo Maestro, senza voler controllare tutto. Senza temere che mi venga tolta ogni cosa.
Perché non penso di dedicarmi ad accumulare sicurezze. Non voglio pensare che se le perdo non sarò mai più felice tra gli uomini. La vita passa, il tempo scorre e mi lascio creare da Dio nelle sue mani.