E che ci posso fare? Amo i perdenti. Cioè: amo i vincenti, quelli che alla fine verranno sconfitti. Amo gli arroganti: quelli che alla fine dovranno chinarsi, sapendolo peraltro già dall’inizio. Amo gli avventurosi: quando alla fine si annoieranno di tante scoperte. Oddio quanti ne ho conosciuti. Per caso, per magnetismo, comunque troppi, per sopportarli. Amo gli intelligenti: quelli che alla fine della loro scalata, butteranno via la scala, i cordini e i moschettoni e diranno: non ho capito un cacchio.
Amo i negatori di Dio: alla fine piegheranno il ginocchio di fronte al Re. Amo soprattutto le belle donne: ossignore, quando passano gli anni, che cosa resterà di tanta luce? Ma i dispersi e i disperati: questi li amo più di tutti, Signore. Perché senza saperlo, sono già vincenti. Tutto hai vinto Tu, infatti, anche per loro. Anche per me. Da prima che nascessimo.
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