La partenza fa sempre male, ma oggi il mio cuore, tra tristezze e ricordi pieni di luce, guarda tranquillo al cielo. Accarezzo vecchie foto e penso alla fragilità di una vita.
Vale la pena vivere e dare tutto. Gesù non ha voluto passare in punta di piedi nella vita degli uomini. Ha voluto restare in ogni cuore e gettare radici profonde dove nessuno potesse strapparle. Si è reso ricordo costante.
Alla fine ciò che resta è l’amore umile, la semplicità di trattamento, la libertà e il rispetto. Alla fine ciò che conta è amare fino all’estremo, pur dimenticando i nomi, senza mai dimenticare l’anima.
Alla fine ciò che conta è come vivo i miei giorni servendo la vita che mi viene affidata, senza pretendere di fare grandi cose, senza sognare grandi posti o grandi successi. Senza voler fare bella figura o essere valorizzato. Alla fine Dio mi valorizza.
Resto a pensare alla morte, alla vita donata, a quegli anni che valgono la pena. Resto a pensare al “Sì” detto un giorno, ai sogni che si sono realizzati.
Sembra che oggi parlare bene delle persone sia malvisto. Forse per uno strano pudore, o per non suscitare invidie. Ci sarà sempre qualcuno che mi dirà che esagero.
Per questo mi piace oggi dedicare queste parole a un sacerdote, a un figlio, a un uomo, a un bambino innamorato di Dio fino al midollo. E sapere che Dio ha fatto della sua anima nobile e pura un riflesso di Cristo qui sulla Terra.
E quando vedo le lacrime dei suoi figli penso che vale la pena di essere di Cristo. Che vale la pena oggi essere sacerdote.
Che ha senso dare la vita amando senza aspettarsi nulla in cambio. Che dà gioia sapere che amare le persone forza lentamente quella porta sognata del cielo.
Penso oggi a quel sacerdote morto dando la vita in modo silenzioso. Con dolore, ma senza lamentarsi. Con la sua discrezione umile, con il suo sguardo calmo.
Penso che gli anni possano purificare la mia anima, e che possano anche amareggiarla. In lui vedo come il dolore abbia guarito il suo cuore di bambino, purificandolo, elevando i suoi ideali.
Una persona parte per il cielo come ha vissuto. Ascende tra le nubi liberandosi dolcemente dall’abbraccio di chi ha amato e vuole trattenerlo.
Con i congedi è sempre così. Un addio che fa male nell’anima, e una promessa che si incide nella mia anima. Come diceva la sua figlia spirituale:
“E ci rivedremo molto presto, perché in Cielo non esiste né il tempo né lo spazio. E godremo insieme a lui di tutto ciò che ci aspetta lì”.
Sì, a presto, quando arriveremo tutti nello stesso Cielo. E rendo grazie a chi mi ha preceduto lungo il cammino. Grazie per il suo “Sì” semplice e la sua gioiosa fedeltà. Per i passi che ha compiuto seguendo il suo Maestro.
Oggi resto a guardare il cielo. La sua vita mi commuove.