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“Voglio andare da Gesù ora che sono bella”. Così diceva la piccola Sara Matteucci prima di morire

libro sara matteucci

Omar Matteucci

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 26/05/20

La bambina, morta per un cancro a soli 7 anni, voleva il Paradiso. “Perché mamma piangi? Tanto un giorno in cielo ci rivedremo, io ti aspetterò e staremo sempre insieme”

Sara Matteucci, la bambina marchigiana, morta in odore di santità a soli 7 anni a causa di un cancro, aveva il desiderio di volare nell’aldilà. E lo ha espresso più volte, fino a pochi giorni prima di morire, il 27 gennaio 1986.

Lo racconta Roberto Mazzoli in Sara Matteucci. Il mistero della fede bambina” (Edizioni San Paolo).

La fede di Sara nasce tra le mura della sua Chiesa domestica, in famiglia, dove i genitori, Anice e Angelo – con cui abita a Padiglione di Tavullia vicino Pesaro – coltivano con profondo rispetto la sua crescita spirituale, anche se, nel periodo della malattia, provano in tutti i modi (senza mai riuscirci) a distoglierla da quella forte attrazione che nutre verso il Paradiso. Lo fanno nel tentativo di rimandare il più possibile nel tempo il distacco fisico dalla loro primogenita.

Un dialogo intimo con Gesù e la Madonna

Eppure da quel 7 luglio 1983, quando Sara affronta il primo intervento chirurgico e una degenza di circa due mesi in clinica, nella bambina si nota una maturità spirituale rara. Cresce giorno dopo giorno il suo rapporto con Gesù e la Madonna, che per lei non sono personaggi astratti, ma veri amici che fanno sempre più parte della sua famiglia. Quando si rivolge a loro lo fa spesso in forma di dialogo, quasi intimo. Una preghiera fatta non solo di parole, ma anche di lacrime nascoste e di sofferenza, di sorrisi e piccoli gesti di carità verso gli altri.

Le cicatrici che formano una croce

Ricorda la mamma: «Un giorno scherzando con me ed un’altra mamma ci dice: “A me piace andare in sala operatoria, tanto non si sente niente, io dormo!”. Io le dico: “Ma quando ti svegli poi senti dolore e devi togliere i punti, stare a letto senza poterti alzare…”. E lei con naturalezza ed innocenza: “Beh, capirai! Cosa vuoi che sia, tanto io lo so che devo fare altri interventi”. E noi a dire: “Ma scherzi Sara? Di questi interventi ne basta e ne avanza uno, hai il pancino così piccolo. Lo vuoi tagliare tutto? Non hai neanche il posto per farli”. E lei risponde: “Sì che c’è il posto, uno qui, uno qui ed un altro qui, indicando quasi un segno di croce. Io mi sento invadere da un profondo senso di turbamento ed è strano infatti che, dopo tre anni e numerosi interventi, di cui tre molto invasivi, Sara abbia nella pancia tante cicatrici da formare proprio una croce…».

“Ci rivedremo in Paradiso”

«Non ha paura della morte» racconta Anìce, «non le interessa la vita terrena, ma la vita del cielo in Paradiso. Quando torniamo a casa dalla clinica il suo appetito è di solito molto scarso e le mie sorelle, Irene e Gina, spesso insistono per farla mangiare dicendole: “Devi nutrirti altrimenti lo sai che si muore?”. E lei decisa, calma e tranquilla risponde: “Beh! Tanto io voglio morire!”. Le mie sorelle in quel momento non ci fanno caso, pensando ad un’altra sua burla, ma poco dopo ripete la stessa cosa a nonna Italia ed infine in un discorso a me. Io spaventata le dico: “Tesoro se tu muori la tua mamma piange tanto tanto; tu sei la mia bambina, ti voglio bene e voglio che stai con me”. Lei prende il mio viso tra le sue mani e con un gran sorriso mi domanda: “Perché mamma piangi? Tanto un giorno in cielo ci rivedremo, io ti aspetterò e staremo sempre insieme”. Ed io ancora: “Ma perché vuoi morire adesso che sei piccola e non aspettare quando sarai più grande?”. E lei sorridendo mi risponde: “Perché voglio andare da Gesù ora che sono bella e non quando sarò vecchia e brutta”».

Un presentimento che diventa realtà

Il presentimento di una tragedia si fa sempre più chiaro in mamma Anice, che cerca di respingerlo, «pensando che è una bambina che vuole bene a Gesù e parla così solo innocentemente». E invece quel presentimento, qualche tempo dopo, diventava realtà. Una realtà strana poiché la piccola Sara, ripetendo in continuazione di volere abbracciare Gesù, volava in cielo serena.




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