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Il dono dello Spirito è come un misterioso collirio che cambia il nostro sguardo

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Alexei-DOST | Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 20/05/20

Ma Gesù aggiunge che questa esperienza non riguarda solo il passato ma anche il futuro. Infatti lo Spirito riempie di promessa ogni cosa.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». (Gv 16,12-15)

“Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future”. Se lo Spirito Santo è l’Amore che c’è tra il Padre e il Figlio, si comprende allora il perché di questa pagina del Vangelo di oggi. L’Amore non dice cose nuove, ma rende nuove le cose che ci sono già. Lo Spirito non dice cose diverse da quelle che ha detto Gesù, ma le rende nuove, come l’olio rende splendente il legno. Attendere lo Spirito non significa attendere qualcosa che cambia la nostra vita così come il mondo ci insegna. Infatti il mondo per cambiare le cose rottama le vecchie. Dio con il Suo Spirito fa nuove tutte le cose perché conferisce uno splendore a cose che abbiamo sempre visto e sentito. Dio attraverso lo Spirito cambia gli occhi di come vediamo le stesse cose di sempre. Per capire questa logica basta vedere una persona innamorata: vede bellezza ovunque, anche nel dettaglio più insignificante, anche in quel pezzettino di mondo che ha avuto sempre davanti agli occhi ma che ora, sotto l’effetto dell’amore si rivela a lui speciale. Il dono dello Spirito è come un misterioso collirio che cambia completamente il nostro sguardo su tutto, sulla nostra vita, su ciò che abbiamo vissuto, su ciò che abbiamo fatto, sulle persone che abbiamo incontrato, su quello che abbiamo sofferto e su ciò che abbiamo gioito. Ma Gesù aggiunge anche che questa esperienza non riguarda solo il passato ma anche il futuro. Infatti lo Spirito riempie di promessa ogni cosa. In un certo senso dà un destino a tutto ciò che esiste. E per destino non intendiamo un finale già scritto, bensì un fine, un significato, un senso. Lo Spirito è l’Amore di Dio che dà senso alla vita. In questo senso tutta la liturgia attende la Pentecoste alla stessa maniera di come attende il Natale, o di come attende la Pasqua. Infatti non avrebbe senso far iniziare qualcosa o affrontare una fatica se tutto questo non avesse a che fare con l’eternità.
Giovanni 16,12-15

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