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Le preghiere di Giovanni Paolo II nella cappella privata

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 19/05/20

L'unica cosa di cui sento la necessità è di andare subito in cappella per pregare e fare il punto della situazione di questa giornata con Dio Padre onnipotente e misericordioso

Il volto più riservato e inedito di Giovanni Paolo II. A raccontarlo è chi è vissuto gomito a gomito con lui. Come Angelo Gugel, Aiutante di camera di Sua Santità, che a L’Osservatore Romano (18 maggio), lo ricorda come «un uomo di preghiera» poichè la vita del Santo Padre «è stata una continua preghiera».

L’Aiutante: “Quante grazie per sua intercessione”

Gugel riporta un aneddoto molto riservato: «Egli sostava in ginocchio davanti al Tabernacolo, nella cappella privata, più volte durante il giorno, pregando anche per le intenzioni che pervenivano in segreteria particolare e che gli facevano trovare sull’inginocchiatoio. Chissà quante grazie sono state possibili tramite la sua intercessione. E’ stato un uomo di grande fede, che affidava al Signore ogni preoccupazione riguardante il suo ministero di Pastore della Chiesa universale, certo dell’aiuto che il Signore non gli avrebbe fatto mancare».

“La preghiera per lui era un appuntamento di lavoro”

Jozef Kowalczyk, all’epoca Nunzio apostolico per la Polonia, riporta la mente al 1979, a Varsavia, nel primo giorno dello «storico e allora persino inimmaginabile» viaggio di Giovanni Paolo II in Polonia.

«In quel momento, devo dire, la struttura che avevamo a disposizione era veramente….francescana. Lo accompagnai nella sua stanza dopo una giornata sicuramente faticosa anche per un uomo forte come lui, scusandomi che non ci fosse da offrigli, se nn quella stanza particolarmente modesta. “Non ti preoccupare – mi rispose – ti chiedo solo la cortesia di un bicchiere d’acqua”. Ricordo come fosse ora che si sedette sul letto per bere. “Ha bisogno di qualcosa”, gli domandai. “L’unica cosa di cui sento la necessità è di andare subito in cappella per pregare e fare il punto della situazione di questa giornata con Dio Padre onnipotente e misericordioso, Signore della storia e della Chiesa“. La preghiera per lui era anche un appuntamento di lavoro: per fare il bilancio della giornata appena trascorsa e programmare la giornata successiva».

Il fotografo: era a “tu per tu” con il Signore

Arturo Mari, fotografo personale di Papa Giovanni Paolo II, dice di essere rimasto «sempre impressionato l’atteggiamento con cui Giovanni Paolo II celebrava la Messa nella sua cappella privata o davanti a milioni di persone. Non sono certamente solo io a testimoniare che lui era, come dire, “a tu per tu” con il Signore, al di là del contesto in cui avveniva la celebrazione».

“Ha aperto le porte della sua cappella privata ai fedeli”

L’arcivescovo Piero Marini, cerimoniere pontificio quando fu eletto il Papa polacco, si è conosciuto nel 1973 con Wojtyla, in occasione della festa di San Stanislao a Cracovia.

«Giovanni Paolo II – afferma Marini – ha aperto ogni giorno le porte dellasua cappella privata ai fedeli perché potessero partecipare alla celebrazione eucaristica da lui presieduta».


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