separateurCreated with Sketch.

Vedova, tre figli: viene assunta in azienda al posto del marito morto di Covid-19

WIDOW,
whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Silvia Lucchetti - pubblicato il 18/05/20
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Il gesto di grande umanità di un imprenditore in provincia di Monza che non ci ha pensato un minuto ad offrire un posto di lavoro alla moglie di un suo operaio morto durante la pandemia Ancora oggi ci sono nel nostro Paese persone che fanno del bene in silenzio, senza rincorrere i riflettori degli articoli in prima pagina o delle interviste autocelebrative nei talk-show nazionali. In questa pandemia è morta tanta gente, anche persone relativamente giovani e in attività lavorativa, privando la famiglia del loro fondamentale sostegno affettivo ed economico.

Vedova con tre figli

Fra costoro, il 25 marzo scorso è deceduto un meccanico di 54 anni, Erminio Misiani che ha lasciato la moglie, Michela Arlati, e tre figli di 20, 16 e 14 anni. Michela in questi giorni di lutto ha ricevuto tantissimi gesti di solidarietà dalla gente di Bellusco, un piccolo comune della provincia di Monza e Brianza dove la famiglia abita, tanto da affermare riconoscente:

Non ci sono parole per ringraziare la comunità intera per tutto il bene che ci ha donato. Spero che anche tutte le altre famiglie che si sono trovate nella nostra situazione possano aver ricevuto tutto quello che abbiamo ricevuto noi. (Il Messaggero)

Ci è sembrata una cosa normale offrirle un lavoro

Il più grande gesto di umanità è passato in silenzio, coperto dalla discrezione dei protagonisti e dal frastuono delle notizie dei tanti deceduti a causa del Covid-19. Michela, nonostante il dolore, aveva subito informato l’azienda per cui il marito lavorava dagli anni ‘80, la Lei Tsu, che Erminio purtroppo non ce l’aveva fatta. Il mattino seguente è stata contattata da Benedetto, che con i fratelli Cecilia e Pietro Terragni gestisce la loro torcitura, annunciandole che se avesse voluto loro sarebbero stati felici di offrirle un posto in azienda. Una decisione presa con tutta la famiglia, incluso il padre Marco, che ancora oggi segue attentamente l’impresa che ha costruito.

Ci è sembrata una cosa normale – racconta Pietro – credo che chiunque in una situazione del genere avrebbe fatto lo stesso. Bellusco è una piccola realtà, ci si conosce tutti e ci si aiuta uno con l’altro… Conoscevamo già la moglie di Erminio e non abbiamo avuto alcuna esitazione. Abbiamo formalizzato il contratto e nelle prossime settimane inizierà a lavorare. (Merateonline)

Il dolore è immenso, ma è una croce che riusciamo a portare grazie all’aiuto di tanti “Simone di Cirene”

Un gesto di grande generosità che consentirà a questa vedova, piegata dal dolore per la improvvisa perdita del marito, di guardare al futuro con più speranza e maggiore serenità per lei stessa e i loro figli.

È difficile per noi esprimere in maniera adeguata la nostra gratitudine verso tutta la comunità: dai famigliari agli amici, dall’amministrazione alla polizia locale fino a proprio tutti i belluschesi e non solo – ha detto Michela – Il dolore per la perdita di Erminio è veramente immenso, ma è una croce che riusciamo a portare grazie all’aiuto di tanti “Simone di Cirene”. Sin dai primi giorni, abbiamo ricevuto l’affetto e l’aiuto da parte di tantissime persone. Non sappiamo nemmeno se ci meritiamo tutto questo. (Il Messaggero)

E così il primo giugno Michela farà il suo ingresso alla Lei Tsu, con immaginabile commozione muoverà i suoi primi passi nei luoghi dove è ancora presente e viva l’impronta terrena del suo Erminio.