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Spiritualità
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Celebrare in casa la sesta domenica di Pasqua

prayer corner

Sergey Zambrano | Cathopic CC0

Aleteia - pubblicato il 16/05/20

Per santificare degnamente questa domenica del tempo pasquale, Aleteia (con la collaborazione della rivista Magnificat) vi propone questa celebrazione domestica della Parola di Dio.

Indicazioni per l’uso:

  • Se si è soli, è preferibile leggere semplicemente le letture e le orazioni della messa della domenica nel messalino e/o seguire la messa in televisione.
  • Questa celebrazione richiede la presenza di almeno due persone.
  • La si può fare dal sabato sera (celebrazione vigiliare) alla domenica sera, ma la domenica mattina resta comunque il momento più appropriato.
  • La celebrazione è particolarmente adatta a un quadro famigliare, amicale e di vicinato. Tuttavia, nel rispetto delle misure di isolamento, non si inviteranno amici né vicini ove questo sia proibito (e quand’anche lo si faccia, si presterà la massima attenzione al rispetto delle misure di prevenzione).
  • Si collocano sedie per il numero necessario davanti a un angolo di preghiera, rispettando la distanza di un metro l’una dall’altra.
  • Una semplice croce, o un crocifisso, deve sempre campeggiare sulla parete.
  • Si accendono una o più candele, da porre su supporto non combustibile (candelieri, piattini in porcellana) e si sta bene attenti a spegnerle alla fine della celebrazione.
  • Se si possiede un giardino, se ne raccolgono fiori, la cui presenza è particolarmente indicata per esprimere la gioia pasquale.
  • Si designa la persona che condurrà la preghiera (in ordine di priorità: un diacono, un laico istituito in un ministero laicale [lettore o accolito], il padre o la madre di famiglia).
  • Colui che conduce è anche colui che stabilisce la durata dei momenti di silenzio.
  • Si designano dei lettori per le letture.
  • Si prepara in anticipo la Preghiera dei Fedeli (a seguire c’è un modello) e si designa la persona che la leggerà.
  • Si possono preparare dei canti appropriati.

Sesta domenica di Pasqua

Celebrazione della Parola

«Chi mette in pratica i miei comandamenti
mi ama davvero»

Tutti siedono. Colui che guida la celebrazione prende la parola:

Fratelli e sorelle,
nella sua prima lettera san Giovanni ci chiede di amare Gesù non soltanto con la parola e nel cuore, ma «nei fatti e nella verità».

Che vuol dire “amare nei fatti e nella verità”? Vuol dire amare Gesù così come vuole essere amato, e non come a noi piacerebbe amarlo. 

Più precisamente, nel Vangelo di oggi Gesù stesso ci dice il criterio con cui giudica chi lo ami veramente: «Colui che mi ama è quello che osserva i miei comandamenti».

Di quali comandamenti si tratta? Ce n’è uno che conosciamo bene, è il comandamento nuovo – “vi do un comandamento nuovo”, dice Gesù –: «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati».

Perché possiamo pretendere di amarlo senza diventare bugiardi, però, Gesù ci chiede di osservare i suoi comandamenti, al plurale… Gesù ci aveva lasciato altri comandamenti nuovi?

Sempre nella sua prima lettera, san Giovanni ci ragguaglia sul secondo comandamento di Gesù, un comandamento che in realtà è il primo – il primo nuovo comandamento è credere in lui in quanto Figlio di Dio nostro Salvatore.

Fratelli e sorelle, in questi giorni in cui il nostro amore per Gesù è impedito dal comunicare alla sua presenza reale, ascoltiamolo bene mentre nell’Evangelo ci dice come possiamo avere la certezza di provargli il nostro amore.

Dopo un adeguato momento di silenzio, tutti si alzano e si segnano dicendo:

℣.: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. ℟. Amen.

Colui che guida prosegue:

Per prepararci ad accogliere la Parola di Dio e perché essa possa guarirci, riconosciamoci peccatori.

Si recita quindi l’atto penitenziale, con queste o simili parole:

℣.: Pietà di noi, Signore:

℟. contro di te abbiamo peccato.

℣.: Mostraci, Signore, la tua misericordia,

℟. e donaci la tua salvezza.

℣.: Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.

℟. Amen.

Si dice o si canta allora:

℣.: Kyrie, eleison, 

℟. Kyrie, eleison

℣.: Christe, eleison, 

℟. Christe, eleison

℣.: Kyrie, eleison, 

℟. Kyrie, eleison

Si dice o si canta il Gloria:

Glória in excélsis Deo
et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.
Laudámus te,
benedícimus te,
adorámus te,
glorificámus te,
grátias ágimus tibi propter magnam glóriam tuam,
Dómine Deus, Rex cæléstis,
Deus Pater omnípotens.
Dómine Fili Unigénite, Jesu Christe,
Dómine Deus, Agnus Dei, Fílius Patris,
qui tollis peccáta mundi, miserére nobis;
qui tollis peccáta mundi, súscipe deprecatiónem nostram.
Qui sedes ad déxteram Patris, miserére nobis.
Quóniam tu solus Sanctus, tu solus Dóminus,
tu solus Altíssimus,
Jesu Christe, cum Sancto Spíritu: in glória Dei Patris.

Amen.
Gloria a Dio nell’alto dei cieli
e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo,
ti benediciamo,
ti adoriamo,
ti glorifichiamo,
ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa,
Signore Dio, Re del cielo,
Dio Padre onnipotente.
Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo,
Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre;
tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi;
tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica;
tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.
Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore,
tu solo l’Altissimo:
Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre.
Amen.
Colui che guida recita allora l’orazione colletta:
Dio onnipotente, fa’ che viviamo con rinnovato impegno questi giorni di letizia in onore del Cristo risorto, per testimoniare nelle opere il memoriale della Pasqua che celebriamo nella fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

L’incaricato della prima lettura (e del salmo, ove manchi un salmista che lo intoni) resta in piedi, mentre il secondo resta seduto.

PRIMA LETTURA 
At 8,5-8.14-17
Imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Filippo, sceso in una città della Samarìa, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. E vi fu grande gioia in quella città.


Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samarìa aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni. Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.

Parola di Dio 

Rendiamo grazie a Dio

Il salmista (se c’è chi intoni e che dunque sia distinto dal primo lettore) si alza, gli altri restano seduti.

SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 65

℣.: Alleluia, alleluia, alleluia ℟.

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere! ℟.

A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.
℟.

Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno. ℟.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia. ℟.

L’incaricato della seconda lettura (e dell’acclamazione al Vangelo, ove manchi un cantore che la intoni) resta in piedi, mentre tutti gli altri siedono.

SECONDA LETTURA 
1Pt 3,15-18
Messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito

Dalla prima lettera di san Pietro, apostolo

Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.
Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo.
Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male, perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito.

℣.: Parola di Dio 

℟.: Rendiamo grazie a Dio

CANTO AL VANGELO (Gv 14,15-21)
Pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore

Tutti si alzano in piedi per l’acclamazione alla lezione evangelica, che dev’essere trionfale

Alleluia! Alleluia! Alleluia!

Se uno mi ama, osserva la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui [cf. Gv 14,23]
.

Alleluia! Alleluia! Alleluia!

La pericope evangelica non viene “proclamata” (in senso forte), bensì letta con sobrietà. L’apposito lettore introduce con semplicità:

Evangelo di Nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni

E prosegue:

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Alla fine della lezione evangelica, si acclama nuovamente al Risorto:

Alleluia! Alleluia! Alleluia!

Tutti si siedono e colui che guida ripete lentamente, scandendo all’attenzione dei presenti l’antifona:

«Con voce di giubilo date il grande annunzio,
fatelo giungere ai confini del mondo:
il Signore ha liberato il suo popolo. Alleluia».

Si osservano cinque minuti di silenzio per una meditazione personale e silenziosa.
Poi tutti si alzano e professano la fede della Chiesa recitando il simbolo apostolico:

Io credo in Dio, Padre onnipotente,
Creatore del cielo e della terra.
E in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso,
morì e fu sepolto; discese agli inferi;
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre onnipotente:
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.

Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna.

Amen.

Tutti restano in piedi e si svolge la Preghiera Universale, secondo lo schema approntato [in alternativa si possono utilizzare le parole che proponiamo di seguito]:

In questo giorno di festa, in cui Gesù risorto dà tenerezza, consolazione, grazia e gioia a tutto il mondo, rivolgiamogli la nostra preghiera:

℣.: Figlio di Dio, ascoltaci. ℟.

Cristo, nostro fratello e nostro Dio,

  • diffondi il tuo spirito su quanti sono stati immersi nell’acqua viva della vita nuova; ℟.
  • fa’ conoscere il tuo perdono a quelli che non conoscono questa gioia; ℟.
  • nutri la speranza e la tenerezza nelle nostre famiglie confinate; ℟.
  • rendi la gioia a tutte le persone che l’isolamento porta ad esaurimento e disperazione; ℟.
  • sostieni il coraggio e l’abnegazione di tutti quelli che lavorano a curare i malati e a cercare rimedî per i mali che li affliggono; ℟.
  • vieni in aiuto alle persone ospedalizzate e alle loro famiglie; ℟.
  • apri ai nostri defunti le porte della felicità eterna. ℟.

I presenti possono aggiungere spontaneamente, uno alla volta, le proprie intenzioni personali. Alla fine di ciascuna si risponde come sopra. Poi colui che guida introduce alla preghiera del Signore: 

Obbedienti alla Parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:

Padre Nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome.

Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà,
come in cielo, così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti,
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.

[aggiungendo immediatamente (ossia senza l’embolismo della celebrazione eucaristica)]

Perché tuo è il regno,
tua la potenza e la gloria
nei secoli.

Colui che guida invita allora gli altri alla condivisione di un gesto di riconciliazione e di pace: 

Abbiamo appena unito le nostre voci a quella del Signore Gesù per rivolgerci al Padre. Siamo figli nel Figlio.
Nella carità che ci unisce gli uni agli altri, rinnovati dalla parola di Dio, possiamo scambiarci un gesto di pace, segno della comunione che riceviamo dal Signore.

A questo punto tutti si scambiano (a distanza!) un gesto di pace: un inchino profondo o anche (se si sta soli in famiglia) un bacio.

Ci si siede

COMUNIONE SPIRITUALE

Colui che guida dice:

Poiché non possiamo ricevere la comunione sacramentale, dal momento che non è stata celebrate l’eucaristia, seguiamo l’invito di Papa Francesco a praticare la comunione spirituale, chiamata anche “comunione di desiderio”.

Il Concilio Tridentino ci ricorda che essa «consiste in un ardente desiderio di nutrirsi del Pane celeste, con una fede viva che agisce mediante la carità e che ci rende partecipi dei frutti e delle grazie del Sacramento».

Il valore della nostra comunione spirituale dipende quindi dalla nostra fede in Gesù nostro salvatore e redentore e sul nostro desiderio di unirci a lui per mai da lui essere separati.

In questo spirito, vi invito adesso a inchinare il capo, a chiudere gli occhi e a raccogliervi. 

Silenzio

Ai tuoi piedi, o mio Gesù, mi prostro e ti offro il pentimento del mio cuore contrito che si abissa nel suo nulla e nella Tua santa presenza. Ti adoro nel Sacramento del Tuo amore, desidero riceverti nella povera dimora che ti offre il mio cuore. In attesa della felicità della comunione sacramentale, voglio possederti in spirito. Vieni a me, o mio Gesù, che io venga da Te. Possa il Tuo amore infiammare tutto il mio essere, per la vita e per la morte. Credo in Te, spero in Te, Ti amo. Così sia.

Si serba il silenzio per altri cinque minuti.

Quindi si intona un Alleluia per rendere grazie:

Alleluia, alleluia, alleluia!

Ci si mette in piedi e colui che guida recita, a nome di tutti, la formula di benedizione:

BENEDIZIONE FINALE

Dio, che nella risurrezione del Cristo
ha operato la nostra salvezza
e ci ha fatto suoi figli,
ci dia la gioia della sua benedizione.

℟.: Amen.

Il Redentore,
che ci ha dato il dono della vera libertà,
ci renda partecipi dell’eredità eterna.

℟.: Amen.

E noi, che per mezzo del Battesimo
siamo risorti in Cristo,
possiamo crescere in santità di vita
per incontrarlo un giorno nella patria del cielo.

℟.: Amen.

E la benedizione di Dio onnipotente,
[Tutti si segnano] Padre e Figlio e Spirito Santo,
discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

℟.: Amen.

Tutti si segnano. Poi i genitori possono tracciare il segno della croce sulle fronti dei figli.

Si può chiudere la celebrazione intonando il Regina Cœli o un altro canto mariano noto e gioioso:

Regina Cœli lætare – Alleluia!
Quia quem meruisti portare – Alleluia!
resurrexit sicut dixit. – Alleluia!
Ora pro nobis Deum – Alleluia!

Per continuare la santificazione della festa, sarà cosa buona rinnovare la venerabile tradizione dei vespri domenicali celebrando, verso la fine del pomeriggio, la Liturgia delle Ore che si troverà a questo link.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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