Già da un anno e ancora per dure un’équipe internazionale di appassionati registra ognuno dei sette uffici quotidiani delle suore di Jouques, per proporre prossimamente su un’applicazione in integrale la liturgia benedettina gregoriana.
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La storia comincia grazie a un americano, John Anderson, originario del Kansas ma vivente in Italia. Regolarmente, John va a visitare sua zia, che è entrata all’Abbazia di Jouques nel 1981 prendendo il nome di “Madre Marie Dolorès”. Nella vita, John è musicista e produttore, ed è capo di una società di musica che intende scoprire nuovi talenti. È però a Jouques che gli viene in mente un progetto un po’ folle: quelle religiose cantano quotidianamente un tesoro musicale, storico e spirituale – la liturgia benedettina gregoriana, risalente fin all’VIII secolo. Questo tesoro bisogna condividerlo con tutto il mondo.
Il fascino della registrazione
John ha parlato alle suore della sua idea, e la cosa si mette in moto, coi tempi che ci vogliono. Nel 2018 egli presenta loro un progetto preciso, dei tecnici dedicati e un “piano d’attacco”. L’équipe di John è composta da ingegneri del suono (un americano, uno spagnolo e un italiano) e da grandi conoscitori del canto gregoriano. Il nipote americano propone alle suore di registrare ogni giorno tutti i sette uffici (il Mattutino alle 5, le Lodi, le tre ore dette “minori” – Terza, Sesta e Nona –, i Vespri e la Compieta alle 20). Nel marzo 2019 l’équipe passa una settimana nel monastero per installare – nella chiesa abbaziale di Notre-Dame de Fidélité – otto microfoni ultra moderni (e discreti) per captare al meglio la voce delle 45 monache.
Poi sono andate in scena le monache. Dal mese di aprile 2019, a ogni ufficio, una di loro preme il tasto “record” entrando, un’altra il tasto “stop” uscendo, e tutte cercano di fare attenzione ai rumori di fondo come colpi di tosse e altro, anche se talvolta il brusio della pioggia o il pigolare degli uccelli impreziosiscono il fascino della registrazione.
Alla fine della giornata, grazie al 4G installato sul posto per l’occasione, le religiose caricano i 24 gibabytes quotidiani di registrazioni che arrivano ai tecnici, i quali mixano e masterizzano. Questa procedura durerà ancora due anni buoni. Suor Armelle, una delle monache, spiega:
L’idea è di registrare l’integralità del repertorio gregoriano, svolto sui tre anni liturgici (A, B e C): saranno in tutto più di 8mila ore.