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Solo nel dono di sé l’amore conosce una gioia piena

FRIENDS, SUNSET, SEA

Jacob Lund | Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 14/05/20

Gesù ha preso per primo l'iniziativa di amarci e ha voluto che fossimo suoi amici. E «nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.»

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.
Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.
Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri». (Gv 15,9-17)

La liturgia oggi ci fa festeggiare San Mattia Apostolo, e il vangelo è gravido di parole significative che rimangono il minimo sindacale di ogni esperienza autenticamente cristiana: amore, amicizia, dono di sé, gioia. Infatti Gesù dice che l’esperienza dell’amore è prendere sul serio la parola di chi si ama. L’amore sa far diventare decisiva la parola dell’altro, la ascolta fino a tirarne delle conseguenze. Per questo l’amore a Cristo è sempre legato all’ascolto della sua parola, alla capacità di saper prendere sul serio ciò che Egli indica. Questo amore poi ha una conseguenza immensa: è un amore trasformante. Non è un amore che ci lascia uguali ma ci riscatta da una sorta di condizione servile rispetto alla vita e ci eleva a una qualità più alta: ci trasforma in amici. Si è amici quando ci si accorge che qualcuno ci ama fino a dare la vita per noi. Ma si diventa amici quando si matura un amore disposto a dare la vita per qualcuno. Finché l’amore in noi non diventa dono, rimane solo pretesa.

E chi vive nella pretesa molto spesso è sempre insoddisfatto. Ma chi ha scoperto questo amore nuovo, disposto a donare, sente crescere dentro di sé un’intima gioia. È la gioia piena di cui parla Gesù nel Vangelo di oggi: “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. La festa di San Mattia ci fa ricordare anche però un’ultima importate considerazione: in questa esperienza dell’amore non siamo stati noi a scegliere per primi l’amore, ma è stato Cristo che ha preso l’iniziativa e ci ha amato per primo: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda”. Ma l’esperienza di vedersi preceduti dall’amore fa crescere in noi gratitudine. E la gratitudine può essere manifestata solo in un modo: “Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri”. Fare cioè come Lui stesso ha fatto con noi.

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