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Il Covid-19 non ostacola l’amore di Vincenzo e Fiorella. Si sposano in Libano in uniforme! (VIDEO)

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Silvia Lucchetti - pubblicato il 13/05/20

Due soldati campani non si sono fatti scombinare i programmi e sono convolati a nozze nell’Ambasciata italiana di Beirut. "È stato un sogno"

La pandemia in corso costringe molte coppie a rivedere i loro progetti matrimoniali per evitare che la cerimonia si riduca a momento privato e con poche battute essenziali, privandola di tutto quanto i nostri cinque sensi sono abituati ad aspettarsi da questo giorno memorabile. Ma c’è qualcuno che non intende piegarsi al diktat imposto da questo nuovo Coronavirus e tira dritto per l’appuntamento nuziale programmato.

La storia di Vincenzo e Fiorella al riguardo è emblematica: due militari campani in missione in Libano che dovevano sposarsi in Italia, ma che l’epidemia in corso ha bloccato nella terra dei cedri. Entrambi fanno parte del 232° Reggimento Trasmissioni di Avellino ed attualmente sono impegnati nella missione Unifil nel sud del Libano con la Brigata Granatieri di Sardegna. Il loro lavoro nella sala radio del bunker situato nei pressi del centro operativo del Sector West consiste in una costante attività di monitoraggio degli spostamenti di centinaia di pattuglie di caschi blu in quel delicato teatro operativo.

Il primo matrimonio di soldati italiani in missione all’estero!

E lì, rompendo gli indugi, hanno deciso di sposarsi l’8 maggio scorso: il primo matrimonio di soldati italiani in missione all’estero. Il rito civile è stato celebrato nella sede della rappresentanza italiana a Beirut dall’ambasciatrice in persona e ha avuto come testimoni un ufficiale e il comandante del contingente italiano in Libano. Cerimonia naturalmente sobria, ma sempre emotivamente coinvolgente, che si è conclusa con l’applauso dei pochissimi che hanno potuto assistervi.

È stato un sogno – commenta emozionato lo sposo, 39 anni di Avellino – un matrimonio indimenticabile. Ci siamo sposati in condizioni veramente stranissime: non solo con le mascherine e i guanti ma anche con l’uniforme da servizio e combattimento. (Repubblica.it)

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Così racconta questo momento la moglie Fiorella, 33 anni originaria di Capaccio:

Al posto dello strascico bianco avevo un foulard azzurro delle nazioni Unite e al posto del velo un basco blu. (Ibidem)

Finito il matrimonio gli sposi hanno “festeggiato” le loro nozze speciali con i colleghi nella base italiana di Shama. Il loro comandante ne fa questo ritratto:

Vincenzo e Fiorella con la loro decisione di sposarsi in missione e di proseguire il loro mandato sono un esempio di dedizione al lavoro e al sacrificio. Un esempio concreto di quello spirito di servizio che accomuna i militari. (Repubblica.it)

Gli fa eco Fiorella:

Aiutiamo, nel nostro piccolo, con il nostro lavoro a migliorare la situazione in Libano. Per questo sposarmi con le insegne che contraddistinguono i peacekeeper è stato veramente motivo di orgoglio. (Ibidem)

Il servizio di Italia2 riassume i momenti principali dell’evento:

“Il matrimonio è un duello all’ultimo sangue, che nessun uomo d’onore dovrebbe declinare” scriveva Chesterton. Lo sanno bene Vincenzo e Fiorella che si sono sposati in divisa, in tenuta da combattimento per la cosa più preziosa per cui valga la pena lottare.

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