di Pablo Perazzo
Come dice la volpe al Piccolo Principe, “l’essenziale è invisibile agli occhi”, e nel deserto in cui ci troviamo ora a causa della quarantena ci rendiamo conto che ci sono realtà che vanno al di là di quello che vedono i nostri occhi. Tutti abbiamo e sentiamo un mondo interiore, che in questi giorni è in ebollizione.
Sentiamo forse come non mai esperienze che viviamo nel nostro cuore, dentro di noi, perché non abbiamo più tante distrazioni come prima. La domanda è “Cosa stiamo facendo con tutte queste esperienze – non solo personali, ma anche familiari – in questo periodo di quarantena”?
Ci sono cose che questo periodo ci ha permesso di vivere in modo diverso, più profondo:
1. Ci siamo posti domande fondamentali
I grandi teologi e filosofi della nostra storia sono quelli che hanno saputo porsi le domande fondamentali sulla nostra vita, sul mondo e su Dio. Persone che hanno saputo fare una pausa necessaria e hanno cercato le risposte a queste domande.
Sono certo che in questi giorni ci stiamo chiedendo tutti “Qual è il senso della mia vita?”, “Sono felice di come vivo?”, “Sarei preparato se dovessi morire?” L’unica cosa che forse è più importante della vita stessa è il senso che le stiamo dando.
2. Siamo usciti dalla superficialità
Le circostanze attuali, che ci portano a comprendere che l’esistenza va al di là del consumismo, del materialismo, delle comodità, o della “tranquillità” delle sicurezze che avevamo nello status socio-economico, nelle macchine e nel quartiere in cui viviamo, come anche le possibilità che ci offre il denaro, ci permettono di ripensare a come stiamo usando la libertà di cui disponiamo.
Come stiamo orientando la nostra esistenza? È il momento di prendere sul serio le nostre scelte di vita fondamentali, di capire se siamo fedeli a quello che ci dice la voce di Dio nella coscienza. Questa quarantena non diventi una scusa, ma un’opportunità per scoprire cose nuove.