Nella Messa a Santa Marta, Francesco ricorda la memoria di Santa Luisa de Marillac e prega per le suore vincenziane che gestiscono un dispensario pediatrico in Vaticano. Nell’omelia ha affermato che lo Spirito Santo fa crescere la Chiesa ma dall’altra parte c’è il cattivo spirito che cerca di distruggerla: è l’invidia del diavolo che utilizza a questo scopo il potere mondano e i soldi. La fiducia del cristiano invece è in Gesù Cristo e nello Spirito SantoFrancesco ha presieduto la Messa a Casa Santa Marta nel sabato della quarta settimana di Pasqua. Nell’introduzione, ha ricordato la memoria di Santa Luisa de Marillac, pregando per le suore vincenziane che aiutano il Papa e quanti vivono a Casa Santa Marta e gestiscono il dispensario pediatrico che è in Vaticano. La memoria di Santa Luisa de Marillac normalmente si celebra il 15 marzo, ma cadendo quel giorno nel tempo di Quaresima è stata spostata a oggi. Le suore che lavorano a Casa Santa Marta appartengono alla Congregazione delle Figlie della carità, la Congregazione fondata da Santa Luisa de Marillac, appartenente alla famiglia vincenziana. Nella cappella è stato portato un quadro raffigurante la santa. Questa l’intenzione odierna del Papa:
Oggi è la commemorazione di Santa Luisa di Marillac: preghiamo per le suore vincenziane che portano avanti questo ambulatorio, questo ospedale da quasi 100 anni e lavorano qui, a Santa Marta, per questo ospedale. Il Signore benedica le suore.
Nell’omelia il Papa ha commentato il passo degli Atti degli Apostoli (At 13, 44-52) in cui i giudei di Antiochia “ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose” contrastano le affermazioni di Paolo su Gesù che danno tanta gioia ai pagani e sobillano le pie donne della nobiltà e i notabili della città suscitando una persecuzione che costringe Paolo e Bàrnaba a lasciare il territorio.
Francesco ricorda il Salmo appena letto: “Cantate al Signore un canto nuovo perché ha compiuto meraviglie. Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo. Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia”. “Il Signore – afferma – ha fatto delle meraviglie. Ma quanta fatica. Quanta fatica, per le comunità cristiane, portare avanti queste meraviglie del Signore. Abbiamo sentito nel passo degli Atti degli Apostoli la gioia: tutta la città di Antiochia si radunò per ascoltare la Parola del Signore, perché Paolo, gli apostoli predicavano con forza, e lo Spirito li aiutava. Ma quando videro quella moltitudine, i giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo”.
“Da una parte c’è il Signore, c’è lo Spirito Santo che fa crescere la Chiesa, e sempre cresce di più: questo è vero. Ma dall’altra parte c’è il cattivo spirito che cerca di distruggere la Chiesa. È sempre così. Sempre così. Si va avanti ma poi viene il nemico cercando di distruggere. Il bilancio è sempre positivo alla lunga, ma quanta fatica, quanto dolore, quanto martirio! E questo che è successo qui, in Antiochia, succede dappertutto nel Libro degli Atti degli Apostoli”.
“Da una parte – osserva il Papa – la Parola di Dio” che fa crescere e “dall’altra parte la persecuzione”. “E qual è lo strumento del diavolo per distruggere l’annuncio evangelico? L’invidia. Il Libro della Sapienza lo dice chiaro: ‘Per l’invidia del diavolo è entrato il peccato nel mondo’ – invidia, gelosia … Sempre questo sentimento amaro, amaro. Questa gente vedeva come si predicava il Vangelo e si arrabbiava, si rodevano il fegato di rabbia. E questa rabbia li portava avanti: è la rabbia del diavolo, è la rabbia che distrugge, la rabbia di quel “Crocifiggi, crocifiggi!”, di quella tortura di Gesù. Vuole distruggere. Sempre. Sempre”.
“La Chiesa – ricorda Francesco – va avanti fra le consolazioni di Dio e le persecuzioni del mondo”. E a una Chiesa “che non ha difficoltà manca qualcosa” e “se il diavolo è tranquillo, le cose non vanno bene. Sempre la difficoltà, la tentazione, la lotta … la gelosia che distrugge. Lo Spirito Santo fa l’armonia della Chiesa e il cattivo spirito distrugge. Fino a oggi. Fino a oggi. Sempre questa lotta”. E “lo strumento di questa gelosia” – osserva – sono “i poteri temporali”. In questo passo si dice che “i giudei sobillarono le pie donne della nobiltà”. Sono andati da queste donne e hanno detto: “Questi sono rivoluzionari, cacciateli via”. E “le donne hanno parlato con le altre e li hanno cacciati via. Le pie donne della nobiltà … E anche i notabili della città: vanno al potere temporale e il potere temporale può essere buono, le persone possono essere buone ma il potere come tale è sempre pericoloso. Il potere del mondo contro il potere di Dio muovono tutto questo e sempre dietro di questo, a quel potere, ci sono i soldi”.
Quanto succede nella Chiesa primitiva – afferma il Papa – e cioè “il lavoro dello Spirito per costruire la Chiesa, per armonizzare la Chiesa, e il lavoro del cattivo spirito per distruggerla – il ricorso ai poteri temporali per fermare la Chiesa, distruggere la Chiesa – non è che uno sviluppo di quello che accade la mattina della Risurrezione. I soldati, vedendo quel trionfo, sono andati dai sacerdoti e hanno comprato la verità … i sacerdoti. E la verità è stata silenziata. Dalla prima mattina della Risurrezione, il trionfo di Cristo, c’è questo tradimento, questo silenziare la parola di Cristo, silenziare il trionfo della Risurrezione con il potere temporale: i capi dei sacerdoti e i soldi”.
Il Papa conclude con una esortazione: “Stiamo attenti, stiamo attenti con la predica del Vangelo” per non cadere mai nella tentazione “di mettere la fiducia nei poteri temporali e nei soldi. La fiducia dei cristiani è Gesù Cristo e lo Spirito Santo che Lui ha inviato e proprio lo Spirito Santo è il lievito, è la forza che fa crescere la Chiesa. Sì, la Chiesa va avanti, in pace, con rassegnazione, gioiosa: fra le consolazioni di Dio e le persecuzioni del mondo”.
Il Papa ha invitato a fare la Comunione spirituale con questa preghiera:
Gesù mio, credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettere che mi abbia mai a separare da Te.
Papa Francesco ha terminato la celebrazione con l’adorazione e la benedizione eucaristica. Prima di lasciare la Cappella dedicata allo Spirito Santo, è stata intonata l’antifona mariana “Regina caeli”, cantata nel tempo pasquale:
Regína caeli laetáre, allelúia.
Quia quem merúisti portáre, allelúia.
Resurréxit, sicut dixit, allelúia.
Ora pro nobis Deum, allelúia.
(Regina dei cieli, rallegrati, alleluia.
Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,
è risorto, come aveva promesso, alleluia.
Prega il Signore per noi, alleluia).