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Una lettera, un sorriso: una banda di dieci cugini s’inventa un’assistenza agli anziani

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Dieci cugini uniti come le dita di due mani (il decimo non lo vedete perché sta scattando la foto) lanciano “una lettera, un sorriso”, per spedire lettere ai nonnini delle case di riposo.

Bérengère Dommaigné - pubblicato il 08/05/20

I cugini di due famiglie, uniti come le dieci dita di due mani, hanno lanciato “La buona idea di questa quarantena”: scrivere ai nonnini isolati nelle case di riposo. Dopo quindici giorni dal lancio del progetto “una lettera, un sorriso”, la cosa è sfuggita loro di mano: già 10mila le lettere ricevute e trasmesse! State a vedere che la quarantena riesumerà il piacere di scrivere e restituire il sorriso.

Una lettera, un sorriso” è il nome del bel sito internet lanciato appena dieci giorni fa e già “vittima” del suo successo. Sono dieci cugini (due nidiate da cinque fratelli ciascuno, dai 15 ai 24 anni) uniti come le dita delle mani: spesso gli uni a casa degli altri, benché le due famiglie vivano una a Lille e una a La Haye (ad ogni buon conto c’è il gruppo di famiglia su WhatsApp).

«Se non muoiono di Covid-19 moriranno di solitudine»

Ed è proprio a Lille, appena 15 giorni fa, che il bel progetto ha preso forma. Il padre di famiglia torna dal lavoro, cioè da una casa di riposo, e si sfoga coi figli (e con uno o due cugini nei paraggi) per le ricadute che le norme statali potranno avere sulle case di riposo: «Se non muoiono di Coronavirus – disse allora – i nostri residenti moriranno indubbiamente di solitudine».


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La preoccupazione passa ai giovani: «Si dovrà pur poter fare qualcosa: va bene, non possiamo andare a visitarli, ma niente ci impedisce di scrivere loro!». Rapidamente, i cugini allestiscono una prima semplice piattaforma, che propone ai loro amici e contatti di scrivere una lettera: alla spedizione materiale avrebbero pensato loro. Con la propulsione di Facebook, Twitter e Instagram, però, la generazione Y si spinge rapidamente oltre la piattaforma, da quanto l’iniziativa è buona!


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«24 ore dopo il lancio, avevamo già mille lettere! Adesso siamo a diecimila, la cosa rischia di sfuggirci di mano…», s’entusiasma Renaud, un ventenne della partita, studente confinato a casa coi genitori. Meno male che c’è la quarantena e che le lezioni sono sospese, perché i cugini lavorano al progetto dalle sei alle nove ore al giorno. Hanno fatto appello ad alcuni amici e volontari per essere aiutati, soprattutto a rileggere le lettere prima di spedirle.

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«Tutti questi sorrisi sono davvero meravigliosi»

Le lettere provocano grande gioia in tutte le case di riposo dove arrivano. Renault ci legge un messaggio ricevuto questa mattina stessa, da parte di una fisioterapista che lavora nelle Yvelines:

Abbiamo ricevuto le vostre lettere, è veramente meraviglioso. Tutti quei sorrisi a pioggia sui nostri ospiti, confinati nelle loro camere… che gioia state portando! Grazie da parte loro!

L’innovazione progredisce ogni giorno, e da 48 ore tutte le case di riposo di Francia possono iscriversi al sito per beneficiare di corrieri: sono già una cinquantina – in tutto l’Esagono – ad averlo fatto.

Possono ricevere le nostre lettere via mail, e poi stamparle e distribuirle, ma spediamo anche delle lettere cartacee: a libera scelta, la cosa più semplice e meno costosa per loro.

Quanti scrivono sono invitati a comporre messaggi positivi e personalizzati: possono anche presentarsi e lasciare i propri riferimenti, se auspicano di ricevere una risposta. Possono partecipare alle spese di spedizione, ma la partecipazione è libera.


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In un mondo spesso preda di attualità ansiogene, quanto è bella e pacificante questa giovane generazione mai a corto di idee e di progetti belli! Magari qualcuno in Italia emulerà la cosa?

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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