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La storia di Chris il gallese convertito alla fede cattolica e della sua nonna

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Fraternità San Carlo Borromeo - pubblicato il 07/05/20
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Tradizione, silenzio e bellezza: una storia di conversione dall’Inghilterra.

 

Da poco arrivato ad Eastleigh, nel sud dell’Inghilterra, ho celebrato un battesimo. Si trattava del figlio di Chris, un giovane parrocchiano. Dopo la celebrazione, c’è stato il rinfresco nei locali della parrocchia. Mentre i bambini giocavano, io ero seduto a un tavolo con una decina di adulti. Non ricordo bene i temi della conversazione ma so di avere provato una certa estraneità. A un tratto, ho notato che un’anziana signora mi fissava. Dentro di me ho pensato: “Quella signora ha qualcosa di familiare”. Le ho chiesto chi fosse e lei mi ha subito detto: “Sono la nonna di Chris, il papà del battezzato, e sono cattolica”. Ho scoperto poi che lei, insieme al nipote Chris, era l’unica cattolica della famiglia. La cosa mi ha incuriosito. Mi sono chiesto: “Ma chi è questo Chris?”. Così una sera l’ho invitato a prendere una birra. Lui mi ha raccontato la sua storia e quella di sua nonna.
Chris è un giovane del Galles. Quando era piccolo, i suoi genitori frequentavano la chiesa battista. Chris aveva imparato il Padre nostro e iniziato a leggere la Bibbia. Si ricorda però di avere avuto una grande confusione in testa, molte domande e poche risposte. Un giorno – dice – era tornato a casa piangendo perché in chiesa una signora gli aveva detto che lui aveva ucciso Gesù. Sua nonna era per lui una figura importante, anche se un po’ triste. Chris ricorda il rosario che lei aveva in casa, le immagini della Madonna. Un giorno, gli confidò che era cattolica ma che da anni non praticava. In giovane età, infatti, aveva voluto sposare un uomo non cattolico e il prete le aveva detto: “Se lo fai, non potrai più venire in chiesa”. Lei si era sposata e non era più tornata in chiesa. Ma non aveva dimenticato la sua appartenenza originale.
Ormai adolescente, Chris si era un po’ perso, aveva cominciato a bere e a fumare, fino a quando nel 2006 aveva vissuto un’esperienza di conversione. L’aveva chiamato un amico con un grave problema e Chris aveva cominciato a pregare per lui.

All’improvviso, si era sentito in colpa perché si era reso conto che, nella sua vita, aveva chiesto molte volte ma non aveva mai ringraziato. In quel momento, aveva riconosciuto che Dio era lì che lo aspettava e d era nato in lui il desiderio di conoscerLo meglio. Allora aveva chiamato un vecchio amico e si era battezzato nella chiesa evangelica. All’epoca, aveva diciotto anni. Per frequentare l’università, si era poi trasferito a Southampton, si era sposato ed era venuto a vivere a Eastleigh. Tutte le mattine, Chris passava davanti alla nostra chiesa.
Una domenica, finalmente, decide di entrare durante la messa: ricorda quel momento come qualcosa di speciale. Dopo quella prima messa e tante altre, dopo molte conversazioni con il sacerdote di allora, decide di diventare cattolico.

“Che cosa ti aveva colpito?” gli chiedo. “Il senso della tradizione, la struttura, la storia, il silenzio e la bellezza”.
Chris è stato cresimato nella nostra chiesa pochi anni fa: la nonna era presente. Entrava in una chiesa cattolica per la prima volta da quando il prete l’aveva allontanata. Chris mi ha detto che ha pianto dall’inizio alla fine della celebrazione.
La storia di Chris mi colpisce. Nel Regno Unito, dove i cattolici sono una minoranza, dove esistono moltissime Chiese – anglicane, battiste, metodiste, ecc. -, il Signore deve lavorare più che altrove. Ogni volta che sento raccontare da qualcuno la ragione per cui è cattolico, capisco che Lui ha dovuto fare i salti mortali per fare arrivare da noi questa persona. Insomma, qui è facile accorgersi che il Signore agisce attraverso i miracoli. Ma questo ci deve spingere ad aiutarLo di più, così che finalmente anche Lui si possa riposare un po’.

(Raffaele Cossa, 45 anni, è amministratore parrocchiale di St Swithun Wells, a Eastleigh, Regno Unito)

 

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA FRATERNITA SAN CARLO