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Padre e figlia insieme verso gli altari

BARRECHEGURREN

santuarioperpetuosocorro.com

Aleteia - pubblicato il 07/05/20

La Chiesa riconosce allo stesso tempo le virtù eroiche di Conchita e Francisco Barrecheguren. Chi ha influito sull'altro?

Conchita ha avuto una salute fragile fin da piccola. Per questo i suoi genitori avevano deciso di farla studiare a casa, un’alternativa poco comune nella città spagnola di Granada agli inizi del XX secolo.

L’ambiente familiare ha aiutato a risvegliare in lei il desiderio di diventare monaca carmelitana, anche se la malattia le ha impedito di realizzare il suo sogno.

Il 13 maggio 1927, a 22 anni, è morta di tubercolosi. Qualche mese prima scriveva:

“E questa vita tanto breve, tanto fugace, me la dà Dio, per guadagnarmi l’eternità. Quanto sarei infelice se la sprecassi! Sarei sciocca se la impiegassi in qualcos’altro che non sia amare Dio!”
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“L’aspetto straordinario di Conchita è la sua vita ordinaria e comune”, ha spiegato Francisco José Tejerizo Linares, vicepostulatore della causa di canonizzazione dei due spagnoli, padre e figlia, in una pagina web dedicata al processo.

“Ci sono però anche due cose specifiche in lei, che hanno richiamato l’attenzione di chi l’ha conosciuta: il suo modo di accettare e affrontare la croce e il suo allontanamento dal mondo e da tutto ciò che poteva distrarla dal processo di crescita spirituale”.

Nelle preghiere si può intuire quello che ha subìto a causa della malattia, ma anche il suo profondo desiderio di Dio:

O Gesù mio!
Ti chiedo di guidarmi
sulla via del cielo.

Fa’ che le difficoltà
non mi spaventino,
e non lasciare che faccia passi indietro.

Fa’ che ti veda alla fine del cammino,
per avere la forza
e poter continuare a salire
fino a giungere a Te.

Ti chiedo di essere tra coloro
che entrano passando dalla tua porta,
per godere sempre del tuo amore.

Conchita ebbe un profondo impatto su suo padre Francisco, che dopo essere rimasto vedovo, quando aveva già 68 anni, divenne sacerdote redentorista.

Francisco viene ricordato come un uomo affettuoso con tutti, umile e semplice come un bambino. Pur essendo nato a Lérida – il 21 agosto 1881-, visse a Granada dopo essere rimasto orfano a soli 5 anni.

Dopo aver studiato nello stesso collegio di Málaga frequentato dal filosofo spagnolo José Ortega y Gasset sposò Concha García Calvo, della quale rimase sempre profondamente innamorato, e che perse nel 1937.

Una volta sacerdote, Francisco si dedicò a celebrare Messe nel Santuario del Perpetuo Socorro e nel Carmelo di Conchita, a portare la Comunione ai malati, dirigere il Rosario con i fedeli e collaborare al processo di canonizzazione della figlia.

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Chi ha influito sull’altro per avvicinarsi tanto a Dio durante la vita, il padre sulla figlia o la figlia sul padre? Francisco diceva con grande umiltà che era stata Conchita a influire molto sulla sua vita cristiana.

Secondo il vicepostulatore, “devono essersi aiutati a vicenda per arrivare alla santità, e possono essere entrambi modelli e protettori delle famiglie cristiane”.

Papa Francesco ha autorizzato il 6 maggio un decreto della Congregazione delle Cause dei Santi che riconosce che sia Francisco che Conchita hanno vissuto le virtù cristiane in modo eroico.

La notizia ha colmato di gioia il Santuario del Perpetuo Soccorso, dove molte persone visitano la tomba di Francisco e si affidano a lui.

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