Una guida per educare i nostri figliDa un po’ di tempo fa, gira su Internet un testo attribuito a Marita Abraham. Si tratta di una presunta lettera che un figlio avrebbe inviato a tutti i genitori del mondo, ma in realtà l’espediente della lettera è il modo che ha trovato l’autrice per sensibilizzare i genitori e aiutarli a educare i propri figli.
Vale la pena di leggerla:
“Non datemi tutto ciò che vi chiedo, a volte chiedo solo per vedere quando riesco a ottenere. Non gridate con me, vi rispetto meno quando lo fate e mi insegnate a gridare a mia volta, e io non voglio gridare. Non mi date sempre ordini; se a volte mi chiedeste le cose le farei più rapidamente e più volentieri. Mantenete le vostre promesse, buone o cattive. Se mi promettete un premio voglio riceverlo, e lo stesso vale quando si tratta di un castigo.
Non paragonatemi a nessuno (soprattutto a mio fratello); se mi presentate come se fossi migliore degli altri qualcuno ne soffrirà, e se mi presentate come peggiore sarò io a soffrire.
Non cambiate opinione rapidamente su quello che devo fare, decidete qualcosa e mantenete quella risoluzione. Lasciatemi fare da solo. Se fate tutto al posto mio non imparerò mai.
Correggetemi con tenerezza.
Non dite bugie davanti a me, e non mi chiedete di dirle per voi, anche se è per togliervi da un impaccio. È una cosa negativa.
Mi fa sentire male, e perdo la fiducia in quello che dite.
Quando faccio qualcosa di sbagliato, non esigete che vi dica perché l’ho fatto – a volte non lo so neanche io. Se sbagliate ammettetelo, perché in questo modo si rafforza l’opinione che ho di voi e mi insegnerete ad ammettere i miei errori. Trattatemi con la stessa gentilezza e cordialità con cui vedo che trattate i vostri amici. Il fatto che siamo una famiglia non significa che non possiamo essere anche amici.
Non chiedetemi di fare una cosa che voi non fate. Imparerò a fare tutto ciò che fate anche se non me lo dite, ma farò difficilmente quello che dite e poi non fate.
Quando vi racconto un mio problema, anche se vi sembra piccolo, non ditemi ‘Non abbiamo tempo per queste sciocchezze’. Cercate di capirmi – ho bisogno che mi aiutiate, ho bisogno di voi.
Per me è necessario che mi amiate e lo diciate. La cosa che mi piace di più è sentirvi dire ‘Ti vogliamo bene’.
Abbracciatemi, ho bisogno di sentirvi vicini a me. Non dimenticate che sono né più né meno di un figlio”.
Fonte: 100 Mensagens para a alma. Prof. Felipe Aquino. Ed. Cléofas