Aleteia logoAleteia logoAleteia
martedì 16 Aprile |
Aleteia logo
For Her
separateurCreated with Sketch.

Sposarsi adesso conviene, se Dio è il tuo “wedding planner”

BRIDE, WEDDING, SMILE

Scott Webb | Unsplash

Martha, Mary and Me - pubblicato il 04/05/20

Inizia oggi la "Fase 2" anche se per le cerimonie religiose, e le feste ad esse di solito correlate, non cambia ancora nulla. Ma per sposarsi non servono altro che le nostre libertà che liberamente si consegnano l'una all'altra, davanti a Dio e con il dono della Sua grazia.

L’estate scorsa due coppie di amici ci annunciano il matrimonio.

Che grande gioia, subito ci mettiamo a pensare al ristorante, al fotografo, chiediamo dove pensano di ordinare bomboniere e partecipazioni, insomma il mondo del wedding planning affascina soprattutto noi donne come poche altre cose sanno fare.
Poi arriva febbraio, che invece della neve porta con sé una pandemia e sbam, in pochi giorni tutto cambia. Tutto. E coloro che stavano comprando porte per la futura casa e cercando gli orecchini da abbinare all’abito bianco da sfoggiare a luglio, si vedono crollare molti dei piani che avevano costruito.
Potremmo star qui giorni a disquisire sul ma quanto è brutta questa pandemia, fatto sta che quando succede qualcosa che ci stravolge la vita in negativo, quello che ci caratterizza è il modo in cui reagiamo.


WOMAN, MASK,

Leggi anche:
Sapete cos’è la proattività? la “terapia” per combattere il Coronavirus!

E le due coppie di amici hanno reagito decidendo di sposarsi ugualmente, pur sapendo di non poter più avere invitati, festa grande, fotografi, ristorante, gruppo musicale. Perché se è vero che prima o poi tutto questo finirà e ritorneremo a vivere normalmente, seppur in modi non ancora ben definiti, è altrettanto vero che pensare di avere sempre tempo di fare le cose come le avevamo immaginate è lo stesso modo di pensare e agire che vigeva durante il pre pandemia, ciò di cui ha parlato padre Raniero Cantalamessa durante la predica del venerdì santo nella basilica di San Pietro, ossia che stavamo vivendo un tempo caratterizzato dall’idea di essere onnipotenti, e immortali, direi. Pensare, anche dopo aver attraversato una tragedia simile, di poter fare sempre tutto come e quando lo si vuole, perché “che fretta c’è?”, è indicatore del nostro essere incorreggibili ed enormemente inclini a ricomettere gli stessi peccati. E non è un caso che queste due coppie di cui sopra siano entrambe cristiane e desiderino vivere un matrimonio in Cristo più che la festa da migliaia di euro che comunque, quando sarà possibile, si potrà certamente fare. Si gioca tutto qui: che cos’è il matrimonio per te? È un sacramento o una bella festa in villa? Se è vero che possono coesistere le due cose, non è altrettanto vero che possa valere più la seconda della prima.
Noi stiamo parlando chiaramente del matrimonio celebrato in chiesa, ma io inviterei i promessi sposi che hanno deciso di rimandare il tutto a tempi migliori a riflettere su una cosa:

Siete certi che ci saranno in ogni caso tempi migliori?

Questo non vuol dire pensare negativo, assolutamente no, ma semplicemente aderire alla realtà ed essere consapevoli che può accadere di non riuscire a fare ciò che si voleva tanto fare. È un esercizio di maturità, prova di non essere più adolescenti guidati da sogni egoisti, ma adulti che guardano all’altro con amore e che credono che l’amore sia il fine di tutto.
In un’intervista pubblicata su Vanity Fair, Diana Da Ros, wedding planner e organizzatrice di eventi, afferma che

Ci sarà una tale voglia di festeggiare, di tornare a vivere le emozioni dal vivo che piuttosto aspetteranno, a meno che non ci siano esigenze specifiche. Mi aspetto matrimoni con un maggior coinvolgimento emotivo, magari con una spesa più contenuta dal punto di vista decorativo.

Forse a volte, nel mondo dei matrimoni inteso come tutto ciò che ne riguarda l’organizzazione, ci si dimentica che tutto il contorno ha senso solo perché quei due, quell’uomo e quella donna, si amano e non vogliono aspettare altro tempo per dare inizio alla loro vita insieme. Questo lo sanno bene e ce lo dimostrano coloro che decidono di sposarsi sebbene o meglio proprio perché uno dei due è malato terminale.
Il matrimonio è un sacramento e in quanto tale ci lega indissolubilmente l’uno all’altro. Se si crede in questo non si può pensare di rimandarlo a tempo indeterminato.
Che questa scelta sia un’ulteriore prova – oltre a tutte quelle che già si affrontano durante il fidanzamento – che porti i due a chiedersi “sono disposto a sacrificare un mio desiderio per poter vivere subito la mia vita con te nel matrimonio? Diciamo che se posta in questi termini, la risposta non ha molte vie d’uscita!
Auguriamo a tutti coloro che avevano fissato la data del matrimonio in questi mesi di iniziare fin da subito a dar prova di fedeltà all’altro e di credere che nulla conta di più di amare ed essere amati, e poterlo vivere nel matrimonio è una grazia unica.


WEDDING

Leggi anche:
I matrimoni combinati (dal Cielo) sono quelli che funzionano!


ŚLUB W MASECZKACH

Leggi anche:
Sposarsi al tempo del Coronavirus: «Non eravamo soli»

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO SUL BLOG MARTHA MARY AND ME

Tags:
matrimoniopandemia
Top 10
See More