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Musica, gratitudine e amore incondizionato di Dio. Riflessioni all’epoca della pandemia

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COVID; CORONAVIRUS; MUSICIANS, YOU TUBE;

Catholic Link - pubblicato il 04/05/20

di Gabo Motoa

Dio ci sorprende ogni giorno. Questa settimana Silvana, che fa parte dell’équipe di Catholic Link, ha condiviso con me questo video, e guardandolo mi sono rallegrato molto, perché contiene un messaggio pieno di speranza.

Probabilmente a questo punto sarete stanchi di ascoltare, leggere o vedere al telegiornale una quantità immensa di informazioni sul Covid-19. Forse il ritmo di vita a cui eravate abituati è cambiato così drasticamente nelle ultime settimane che è difficile assimilare in quale momento siano successe tante cose. Forse voi o qualcuno vicino a voi avete avuto questa malattia, e questo vi ha dato un’altra prospettiva della situazione.

Oggi vorrei condividere una canzone intitolata Lockdown, che mi ha emozionato molto. È una dimostrazione di quello che siamo capaci di fare quando ci uniamo e approfittiamo dei nostri doni. Dopo aver finito di guardare il video ho pensato a tante cose che questo periodo di quarantena ci ha permesso di vedere, e alle mille lezioni che possiamo trarne col passare dei giorni.

Questo periodo ci ha permesso di essere più grati e consapevoli di quello che abbiamo. Vivere un giorno alla volta è fondamentale per non lasciarsi prendere dall’ansia. È importante ricordare che siamo amati da Dio e che possiamo sempre imparare qualcosa dalle crisi. Dopo aver ascoltato la canzone, vi invito a riflettere su questi temi che ho menzionato.

Rendere grazie a Dio ogni giorno

Rendo grazie a Dio perché la maggior parte delle persone che conosco ha preso molto sul serio la necessità di prendersi cura di se stesse e degli altri praticando il distanziamento fisico. Molti di noi hanno avuto l’opportunità di rimanere a casa qualche settimana e di continuare a lavorare o di occuparsi di progetti in sospeso.

Questa non è però la situazione che vivono oggi milioni di famiglie nel mondo in condizioni vulnerabili. C’è chi deve decidere se rimanere in casa e proteggersi o uscire a lavorare per poter mangiare. È triste vedere come famiglie intere abbiano dovuto veder andar via i propri cari attraverso lo schermo di un cellulare, o veder sfumare il proprio lavoro con tutto quello che si sono sforzate di fare per anni.

In questo momento potreste essere annoiati o anche depressi, dovendo passare tanto tempo in casa senza poter uscire, o forse vorreste avere l’opportunità di trascorrere più tempo in famiglia ma dovete andare a lavorare o rischiare la vostra vita per il bene di altri.

È chiaro che ogni esperienza individuale è importante e che le situazioni hanno un effetto diverso su ogni persona. Una cosa che mi ha insegnato questo periodo è il fatto di continuare a rendere grazie a Dio ogni giorno per il bene che dona a me e alla mia famglia.

Nei momenti difficili mi aiuta il fatto di contare sulle benedizioni che ci sono nella mia vita, anche quelle che sembrano ovvie e che a volte do per scontate, come essere vivo, poter respirare, camminare… Molte cose che in genere diamo per scontate acquistano ora un valore immenso. Avete provato a ringraziare per tutto quello che sembra semplice?

Vivere un giorno alla volta

Quattro settimane fa, la nostra famiglia ha saputo che a una delle mie zie che si trova ora in Spagna era stato diagnosticato il virus e aveva dovuto essere ricoverata per la gravità dei sintomi che presentava. Le limitazioni agli spostamenti non hanno permesso ai figli di mettersi in contatto con lei, e nei primi giorni è stato molto difficile avere sue notizie, perché i servizi sanitari erano al collasso. Dipendevamo dal fatto che qualche medico o infermiere ci dicesse come stava per qualche minuto al telefono.

Avevo letto gli studi su vari gruppi di pazienti, e non mi era difficile immaginare gli scenari peggiori, ma forse quello che mi costava di più era pensare alla solitudine che mia zia doveva provare nella sua malattia, e alla preoccupazione e al senso di impotenza di tutta la famiglia per il fatto di non poterla accompagnare o far niente per lei.

Le settimane successive sono state emotivamente molto difficili per i suoi figli e per tutta la famiglia, ma Dio è stato sempre presente e ci ha dato la grazia di vivere un giorno per volta. Mia zia è uscita dall’ospedale una settimana fa, e continua a riprendersi a casa. È una grande benedizione per tutti noi, e un miracolo vedere che sta meglio dopo tutto quello che ha passato.

Sapersi amati da Dio in modo incondizionato

Cerco di tenere presenti nei miei pensieri e nelle mie preghiere tutte le persone che si sono viste in qualche modo colpite da questa pandemia. Ricordo chiaramente che durante il ricovero di mia zia uno dei Vangeli della domenica riguardava la resurrezione di Lazzaro (Giovanni 11, 1-45).

In questa settimana ho avuto l’opportunità di pensare un po’ a questa lettura e di essere consapevole del fatto che Gesù non solo ha capito il dolore dei suoi amici, ma ha anche pianto per loro. È un’immagine molto semplice di un Dio che è vicino, comprende la nostra sofferenza ed è lì in modo speciale e unico per ciascuno di noi. Un Dio che ci ama con un amore senza esigenze, limitazioni o condizioni, e ci chiede solo di aprirgli la porta e di lasciarci amare.

I momenti di prova tirano fuori il meglio e il peggio della nostra umanità

Durante questa pademia siete stati sicuramente testimoni di atteggiamenti di ogni tipo, da parte di varie persone e a livelli diversi. Alcuni forse sono negativi e vi deludono un po’, ma ci sono anche atteggiamenti che ci ispirano ad avere speranza, che ci ricordano che il nostro tempo sulla Terra è limitato e possiamo viverlo nel modo migliore quando usciamo da noi stessi.

Il video che ho condiviso mi piace per la sua semplicità – persone diverse in Paesi differenti condividono la musica come linguaggio universale, ricordandoci che siamo tutti esseri umani e condividiamo la stessa casa.

E se in questa quarantena facessimo un esperimento? Vi sfido a compiere un atto semplice di generosità per incoraggiare un’altra persona. Può trattarsi della condivisione di una chiamata, un messaggio, una canzone, una preghiera…, far ridere qualcuno che vive con voi o che è lontano.

Suonare uno strumento, inserire un video con un messaggio di incoraggiamento nelle vostre reti sociali, condividere qualcosa di materiale con chi ne ha bisogno… Siete pronti a farlo? Questo tempo di prova riesca a tirar fuori il meglio da noi e ci aiuti a crescere nella speranza e a condividere questa stessa speranza con gli altri.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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