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Dio ci è venuto incontro prima che noi potessimo desiderarlo

GIRL, MORNING, LIGHT

Lucija Ros | Unsplash

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 30/04/20

Quanto è grande l‘Amore di un Padre che si muove in anticipo sui nostri desideri? La fede non è il nostro sforzo di cercarlo, ma ricordarsi che Lui ci ha cercato prima che noi ne fossimo consapevoli.

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me.
Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre.
In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita.
I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti;
questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». (Gv 6,44-51)

“Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Nella dinamica della fede a volte dimentichiamo questa indicazione che dà Gesù nel vangelo di oggi. Cercare Dio non è uno sforzo che alla fine ce lo fa trovare, ma è ricordarsi che se noi stiamo cercando Lui, Lui sta cercando noi prima che noi stessi potessimo averne consapevolezza. Tutto quello che viviamo nel nostro desiderio è già anticipato da Lui.

Dovremmo quasi dire che i nostri desideri sono l’eco di ciò che Lui ha già fatto. Se desideriamo incontrarlo, significa che Lui si è già messo a cercarci. Se desideriamo amarlo, significa che Lui ci ha già amato per primo. Se desideriamo pregare, significa che Lui ci ha già supplicati per primo. Il nostro Dio non è “un motore immobile” come direbbe Aristotele. Il nostro Dio è un Dio che ci viene incontro, che prende per primo l’iniziativa, che compie ciò che domanda. La fede è un dono. Solo dopo questo dono possiamo anche fare la scelta di dire di sì e di no. La fede non è l’esperienza di un self service dove ognuno si sceglie ciò che vuole. La fede è come l’amore, lo si può solo riconoscere, non lo si può stabilire a tavolino. In questo senso pensare a Dio come il primo vero protagonista significa liberarci da quell’immagine che ce lo fa percepire sempre fermo e impassibile, in attesa che noi facciamo qualcosa. A Lui interessiamo fino al punto che ci è corso incontro mandandoci Suo Figlio. Gesù è il modo con cui Dio ha preso l’iniziativa dell’Amore e ci ha tolto il giogo della Legge che ci aveva convinto tutti che bastava sottostare a una tecnica per vedersi anche felici. Siamo felici solo se ci accorgiamo che qualcuno ci ama anche se non abbiamo le carte in regola. Che qualcuno ci ama contro tutto e contro tutti. Che qualcuno ci ama anche se noi non vediamo nulla di amabile in noi stessi. “Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Se uno mangia un’amore così, vive per davvero.

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