La mistica riporta la visione nei suoi scritti: “Pensai che fossero serafini o cherubini, perché la loro gloria è assai diversa da quella degli altri, e mi apparivano infiammanti d’amore di Dio”
Santa Teresa d’Avila, la mistica fondatrice delle monache e dei frati Carmelitani Scalzi, vissuta nel XVI secolo, ha avuto in più occasioni visioni degli angeli. Quella più celebre è la cosiddetta visione “Trono divino”. Essa avvenne assai probabilmente durante la permanenza di santa Teresa a Toledo nel 1562.
“Mi sembra di vedersi aprire il cielo”
Ascoltiamo il racconto di questo episodio, come narra la Santa nell’Autobiografia:
«Mi sembra di vedere aprirsi il cielo… mi fu mostrato il Trono… mi sembrava che fosse sorretto da certi animali… pensai che essi fossero il simbolo degli Angeli e santi carmelitani evangelisti (Ap 4,6-8). Non vidi né come fosse il Trono, né chi sedesse sopra, ma solo una moltitudine di angeli che mi parvero di una bellezza senza confronto, superiore a quella degli angeli fino allora visti in cielo. Pensai che fossero serafini o cherubini, perché la loro gloria è assai diversa da quella degli altri, e mi apparivano infiammanti d’amore di Dio. La differenza, come ho detto, è grande e così grande anche il gaudio che allora sentivo in me, da non potersi descrivere né dire, né poter essere immaginato da chi non ne abbia fatto esperienza».
I doni mistici
Dopo una tale esperienza celestiale che riecheggia quella di san Paolo rapito al terzo cielo, santa Teresa «si vergognava al pensiero di potersi soffermare in qualsiasi cosa terrena, tanto più, poi, di legarsi ad essa, perché l’universo intero mi sembrava, ormai, un formicaio» – conclude. È evidente che questi doni mistici non sono fini a se stessi, ma sono dati da Dio per distaccare l’anima dalle caducità e farla progredire nel cammino delle virtù.
La Madonna accompagnata dagli angeli
Vi è pure la visione della Madonna accompagnata dagli angeli, eccola: «La vigilia di S. Sebastiano – ricorda santa Teresa – il primo anno del mio priorato all’Incarnazione, nel momento in cui cominciammo la Salve Regina, vidi la Madre di Dio, accompagnata da una grande moltitudine di angeli, scendere verso il seggio della priora, dov’è la statua di nostra Signora e collocarsi lì. Mi sembrava di vedere angeli sopra la cornice dei gessi e sopra gli appoggiatoi degli stalli; non però in forma corporea, perché la visione era intellettuale».
I “liturghi” del Cielo”
Questa visione evidenzia bene l’unione della liturgia terrestre con quella celeste; la partecipazione degli angeli, i liturghi del Cielo, alla preghiera corale che si eleva a Dio dai monasteri: il loro attorniare la Madre di Dio come cortigiani regali dimostra il sevizio a cui Dio ha deputato gli angeli, quali mediatori presso la Regina del Cielo, obbedienti agli ordini della loro Sovrana, che se ne serve in favore dei suoi devoti.
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