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“Fai della tua casa un tempio”. 4 consigli perché Cristo viva in casa vostra e nel vostro cuore

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By Aquarius Studio | Shutterstock

Catholic Link - pubblicato il 28/04/20

di padre Juan Carlos Vásconez

In casa vostra c’è spazio per Dio? La quarantena continua a prolungarsi, e aumenta anche la sete di sacramenti. I fedeli abituati a visitare la chiesa regolarmente non possono andarci, e questo provoca dolore, una specie di senso di mancanza di protezione. Privati dell’Eucaristia, i cristiani si rendono conto della grazia che era per loro la Comunione. Cosa resta di fronte all’impossibilità fisica di andare in chiesa? La vita cristiana è condannata a languire quando non ci si può riunire con gli altri per pregare?

Sappiamo tutti che una chiesa è un luogo sacro che ci ricorda che in quel luogo di preghiera bisogna vivere tutto cercando di riorientare cose e decisioni alla gloria di Dio.

E se trasformassimo la nostra casa in un tempio?

Mettete in pratica l’adorazione in casa vostra, perché non c’è vita cristiana senza vita sacramentale. Non bisogna abbassare la guardia, il potere di Dio non conosce limiti, e può comunicare i tesori della vita di Cristo senza essere limitato da alcun condizionamento umano. Quando è fisicamente impossibile andare in chiesa, l’importante è non venir meno.

Anche in queste circostanze bisogna vedere la provvidenza amorevole di Dio che governa tutto per il nostro bene. Sono momenti in cui accanto a promuovere il desiderio di ricevere i sacramenti si può ringraziare per l’immenso tesoro di grazia che si è accostato alla nostra anima in innumerevoli occasioni.

In questo video che ho postato sul mio account Instagram espongo quattro idee per trasformare la propria casa in un tempio. Spero che possiate metterle in pratica.

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1. Cercate un luogo speciale in casa

Nella prima Lettera ai Corinzi, San Paolo ci dice: “Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” Abbiamo la presenza dello Spirito Santo nel nostro cuore, e questo ci aiuta ad avere una presenza più continua. Aiuta, però, il fatto di poter avere in casa uno spazio che ci aiuti ad essere più consapevoli di questa presenza. Ci sono vari modi per farlo, e in questa sede condividiamo i passi da seguire per creare un piccolo altare in casa.

Le attività quotidiane che svolgiamo in casa ci offrono l’opportunità di esprimere amore, servizio, obbedienza e cooperazione. Se vogliamo equiparare la casa a un tempio, cosa rende la casa un luogo sacro? Ho trovato nel dizionario il termine “sacro” definito come “appartenente o dedicato a Dio, segno di reverenza, dedicato a una persona, un oggetto o un fine”. Se ci sforziamo di vivere così in casa nostra, sarà più facile che si trasformi in un tempio.

2. Dedicate un tempo concreto alla preghiera

Gesù dice “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”. Noi cristiani sperimentiamo in modo molto concreto la comunione dei santi, quel vincolo misterioso che unisce tutti i battezzati nella preghiera silenziosa e nello stare faccia a faccia con Dio.

È importante riscoprire quanto possa essere preziosa l’abitudine di leggere la Parola di Dio, di recitare il rosario in famiglia, ascoltare la Messa online o consacrare tempo a Dio, in un atteggiamento di offerta di se stessi, di ascolto e adorazione silenziosa.

Il cardinale Sarah dice che in genere valorizziamo l’utilità di una persona in relazione alla sua capacità di influenza e di azione. Vorremmo tutti essere utili e servire a qualcosa, ma tutto ciò che possiamo fare è pregare, esortarci a vicenda, appoggiarci gli uni agli altri. È il momento di riscoprire la preghiera personale e di tornare ad ascoltare Gesù che ci dice: “Ma tu, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6, 6).

3. Desiderate l’Eucaristia

Nei suoi Dialoghi, Santa Caterina da Siena racconta che una persona voleva ricevere l’Eucaristia, ma non le era stato possibile ricevere sacramentalmente Gesù. Quando aveva ormai perso ogni speranza di comunicarsi, sopraggiunse una grazia straordinaria. Immersa in quell’estasi spirituale, la sua unione con Dio era superiore a quella dell’anima al corpo.

In quello stato ricevette la Comunione direttamente da Dio, senza la mediazione di alcuna creatura. Come segno del fatto che il suo desiderio si era davvero realizzato, le venne concesso di sentire in modo ammirevole il gusto, il sapore e l’odore del sangue e del corpo di Cristo crocifisso.

Il Signore è presente nelle nostre città e nei nostri paesi. Potete visitarlo con l’immaginazione e dirgli molte volte che vorreste riceverlo. Ricordate che noi sacerdoti continuiamo a celebrare la Messa da soli. È ora che possiamo misurare l’immensa grandezza del sacrificio eucaristico, che non ha bisogno di un pubblico numeroso per dar frutto. Mediante la Messa, il sacerdote arriva a tutti.

4. Benedite in ogni momento

È il momento di vivere di fede, che significa “abbandonarsi” alla verità stessa della Parola del Dio vivente, sapendo e riconoscendo umilmente “Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!” (Rm 11, 33).

Le circostanze della pandemia, insieme alla limitazione che impone alla partecipazione agli atti di culto, possono essere un appello a vivere con rinnovata intensità la frase della Sacra Scrittura “Il giusto vive di fede”.

Bisogna manifestare la fede in casa con la preghiera, ma anche con manifestazioni esteriori che rendano più evidente la nostra fede. È giunto il momento di riscoprire la preghiera in famiglia, che i genitori imparino a benedire i propri figli, che si reciti una preghiera per benedire i cibi e che ci si congedi dalle persone che sia amano dicendo “Dio ti benedica!”

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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