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Le dolci poesie sugli angeli custodi di Suor Maria Pia Giudici

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don Marcello Stanzione - pubblicato il 26/04/20
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“Non ho mai incontrato visibilmente gli Angeli: né a San Biagio né altrove. Però ho avvertito la loro consolante presenza là dove tutto è più semplice, più vero, più fraterno e più bello”

Una scrittrice appassionata agli angeli è stata suor Maria Pia Giudici, suora salesiana, morta recentemente all’età di 97 anni, era nata a Viggiù, Varese nel 1922.

Dal 1978 si era stabilita a Subiaco (Rm) per abitare con un pugno di consorelle l’eremo di san Biagio dove visse san Romano, sul monte Taleo, posto sopra il santuario benedettino del Santo Speco.

Il legame tra presenza degli angeli e Salvezza

Alcuni anni fa è stata intervistata dallo scrittore cattolico Vittorio Messori.  L’iniziativa di approfondire la loro conoscenza, ha detto la suora, è nata con un obbiettivo preciso: «Da un lato, volevo demitizzare l’idea un po’ superstiziosa dell’angelo come tappabuchi o, peggio, come concorrente di Dio. Dall’altro, intendevo mostrare, innanzitutto a me stessa, che chi li trascura, trascura un aiuto che il Padre ci ha dato per la salvezza. Abbandonarci alla loro presenza significa anche lasciarsi salvare, lasciarsi accompagnare dall’amore. In questo fratello che si assiste mentre camminiamo verso l’eterno».

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“Ho avvertito la loro presenza dove tutto è fraterno”

In un’altra intervista a suor Giudici apparsa sul mensile “Il Bollettino Salesiano”, la religiosa spiegava: «Non ho mai incontrato visibilmente gli Angeli: né a San Biagio né altrove. Però ho avvertito la loro consolante presenza là dove tutto è più semplice, più vero, più fraterno e più bello: nell’abbraccio di Dio che guida i nostri passi in luce di Vangelo e in bellezza di creature – dono. Dal fiore di prato al cane scodinzolante all’uccello in volo, tutto e tutti costituiscono un caro mondo che gli Angeli mettono in sintonia con me, per aiutarmi a respirare la Grande Presenza, vivere insieme con Lui, cercando di diventare come a Lui piace».

La suora ha scritto numerosi libri sugli angeli. Nel suo libro “Gli Angeli. Note esegetiche e spirituali”, che ha avuto un grande successo editoriale, alla fine del testo la religiosa salesiana riporta alcune poesie da lei composte in onore degli spiriti celesti. Ne riportiamo due.

Gli angeli

Dalle nostre chiuse dimore

Dove troppo spesso

Giochiamo a una parvenza di vita

Prigionieri di beni

Caduchi e fallaci,

afferrateci voi,

Angeli,

fulgidi Fratelli

d’immateriale forza e beltà.

Nel vostro essere gorgo di luce

Attorno a “colui

Che è che era e che viene”,

possiamo essere

anche noi attirati

e polarizzati

e finalmente centrati in lui

con la mente e col cuore,

fino alle radici dell’essere.

Dalle nostre opache dimore

Dove l’“io”

Malato di tenebra

Sempre più svigorisce

Si chiude e s’affanna

In beni di bitume e di paglia,

liberateci voi,

Angeli,

vivili e amorevoli Fratelli.

Nel vostro essere spirale di luce

Attorno a colui

Che è “il Primo e l’Ultimo”,

l’Alfa e l’Omega,

il Principio e la Fine”

d’ogni più riposto desiderio

del cuore umano

e della storia

e del cosmo,

possiamo esser anche noi attirato

e vivificati

e pacificati

fino a diventare

lode della sua immensa gloria.

All’angelo custode

Nel tuo silenzio

La mia vita dispersa si raccoglie

Come calmo scorrere d’onda

Nel canto dell’ultima luce.

Nella tua preghiera

La mia sete infinita si placa

Come per vena d’acqua improvvisa

Sull’erta d’arido monte.

Nel tuo amore

Il mio cuore illimpidisce in fiducia

Come lucerna avvivata

Dal fluido calarvi dell’olio.

O Angelo della lode

E della contemplazione eterna,

Angelo adorante,

prendi nel cavo delle pure mani

il guizzo breve della mia vita

e fanne un osanna di fuoco

che non si estingue più.



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