Non sapete come vivere la vostra chiamata missionaria chiusi come siete tra quattro mura? Niente panico, una delle più grandi sante di tutti i tempi è professionista in materia. Rinchiusa nella sua cella, santa Teresa di Gesù Bambino s’è guadagnata il titolo di compatrona delle missioni. Ecco qualche consiglio da seguire per annunciare Cristo dal confino.
Anche se non è mai uscita dal suo convento, la piccola Teresa resta nondimeno patria delle missioni fin dal 1927. Perché non approfittare del confino per mettervi alla sua scuola e vivere la chiamata missionaria da casa vostra?
1Portate nella preghiera i missionari che sono in prima linea
Prima di diventare la grande santa che conosciamo, Teresa è stata educata molto giovane nelle fila dell’Infanzia Missionaria, una branca delle Pontificie Opere Missionarie, dove ella imparò a pregare per la missione della Chiesa. Molto più tardi, quando già era al Carmelo, le sue priore raccomandarono alla sua intercessione due preti – padre Maurice Bennière, inviato in Africa, e padre Adolphe Roulland, missionario in Cina –. A questi due preti, che considera due fratelli spirituali, mandò lettere di grande ricchezza, seguendo da vicino i progressi di ciascuno dei due. Il suo ardore era tale che la santa chiese anche a padre Roulland di spedirle una ciocca di capelli (da conservare come reliquia in previsione del suo martirio). In questo periodo di quarantena, pregare per i missionari può essere un gesto concreto. Chi sa che una semplice preghiera per i preti rimasti presso i più poveri non possa cambiare il corso della storia e salvare delle vite? Senza contare che si possono anche affidare al Signore quelli che il Papa ha chiamato “i santi della porta accanto” – il personale medico e paramedico.
2Siate caritatevoli nelle piccole cose della vita quotidiana
Bloccati in un monolocale di venti metri quadrati nella Capitale, momentaneamente privi di avvenire in ragione della sospensione di concorsi, rinchiusi a casa tra la scuola e i bambini e il telelavoro… sono tante le ragioni che potrebbero spingerci a rimandare a data da destinarsi i nostri sogni di santità e i nostri slanci missionari. E se al contrario questo tempo particolare potesse permetterci di imboccare la strada della santità ordinaria insegnata da Thérèse? È lei che ci invita a rendere straordinaria la quotidianità talvolta banale delle nostre vite: «Se resti sempre fedele a far piacere a Dio nelle piccole cose, Egli sarà obbligato ad aiutarti nelle grandi». Con questa prospettiva, non c’è dubbio: è sia portando la spazzatura sia caricando la lavastoviglie che si risponde alla chiamata del Signore. Colui che segue questo cammino di semplicità e di fedeltà nelle piccole cose diventa missionario e apostolo quale che sia il suo posto.
3Lasciatevi affascinare da Gesù
Quante volte c’immaginiamo ricette o programmi missionari “rivoluzionari”, dimenticando l’essenziale? Come più volte ha ricordato Papa Francesco, la vera missione non funziona per proselitismo ma per attrazione verso Cristo a partire dalla forte unione con Lui nella preghiera, nell’adorazione e nella carità concreta. E non a caso Teresina è una delle sante preferite di Francesco: a modo suo, la carmelitana aveva perfettamente compreso che poteva attrarre le anime a Dio amando Cristo. Scriveva infatti:
Signore, lo capisco, quando un’anima si è lasciata affascinare dall’odore inebriante dei vostri profumi, essa non saprebbe più correre sola, perché tutte le anime da quella amate la seguirebbero; ciò avverrebbe senza costrizione e senza sforzo, sarebbe una conseguenza naturale della sua attrazione verso di Voi.
A casa basta un semplice angolo-preghiera per lasciarsi riempire dal Signore.
4Scegliete l’amore come missione
Ecco il segreto di questa grande santa che avrebbe segnato il XIX secolo francese, di per sé venato di giansenismo. Quando le restava ormai solo un anno di vita terrena, dopo aver aperto le lettere di san Paolo, Thérèse scrive queste parole:
Comprendo che solo l’amore faceva agire i membri della Chiesa: che se l’amore venisse ad estinguersi gli Apostoli non annuncerebbero più l’Evangelo, i Martiri rifiuterebbero di versare il sangue… Compresi che l’amore racchiudeva tutte le vocazioni. […] Allora […] esclamai: «Gesù, amore mio… finalmente ho trovato la mia vocazione, la mia vocazione è l’amore!
Queste poche frasi segnano la scoperta della profondità della sua missione in questo mondo. In codesto tempo di quarantena, quando la noia o la malattia sembrano evacuare la vita di sostanza, ciascuno di noi può farle proprie. In fondo il confino non è il momento migliore per gustare la maggiore delle vocazioni?
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]