"Diceva Padre Candido che l’esorcista non deve parlare molto, non deve agitarsi, deve pregare sì, tantissimo, deve, cioè, lottare con l’arma irresistibile della preghiera"
L’esorcista Candido Amantini sapeva subito individuare streghe, maghi e stregoni, non gli dava il tempo di entrare nella sacristia che diceva subito: “Fuori”.
Il Vescovo ausiliare dell’Aquila Giovanni D’Ercole, che per anni è stato un allievo di padre Candido dichiara: «Ero giovane, avevo 27 anni, ordinato sacerdote da poco tempo e frequentavo con don Giancarlo Gramolazzo l’Alfonsianum, che è vicino alla Scala Santa. Fu proprio Don Giancarlo ad accompagnarmi da Padre Candido, e così ebbe modo di assistere per la prima volta a un esorcismo. Ero molto scettico, non ci credevo e il padre, alla fine dell’esorcismo, mi disse: “Torna, torna qui la prossima volta”».
«Ebbi l’impressione – continua D’Ercole – che ci tenesse a che partecipassi a questi incontri veramente speciali. Quello che mi sorprendeva, era che non sentivo la vocazione fare l’esorcista, ero andato lì per pura curiosità, eppure mi rendevo conto che lui insisteva perché tornassi regolarmente. Ogni volta, che mi liberavo dall’università , quando partecipavo agli esorcismi, era lui stesso a insistere dicendomi: “Ti aspetto anche domani…vedrai c’è una donna molto provata…vieni anche dopo domani…”. E così ho avuto modo di imparare la difficile missione dell’esorcista accanto a un così grande maestro. Mentre operava, mi insegnava quello che non deve essere fatto e quello che deve essere accuratamente osservato. Ad esempio, ho appreso dal suo modo di agire che l’esorcista non si deve agitare troppo, deve restare assolutamente calmo».
La dolcezza di Padre Candido sulla donna posseduta
D’Ercole ricorda una delle prime volte, «quando una ragazza posseduta si agitava eccessivamente e reagiva con violenza dando colpi a destra e a sinistra, padre Candido con grande dolcezza alzando la mano su di lei la calmava. Quella povera donna, straziata dal maligno, prima sembrava irresistibile a qualsiasi maniera di coercizione e di mantenimento, ma lui con un semplice gesto riusciva a domarla, anzi a domarli…perché ne aveva più di qualcuno a vessarla così fortemente. Spiegava padre Candido che l’esorcista non deve parlare molto, non deve agitarsi, deve pregare sì, tantissimo, deve, cioè, lottare con l’arma irresistibile della preghiera».