Rientro nella classe virtuale sognando di ritrovarmi di fronte al sorriso dei miei alunni, alla luce viva, fatta di occhi e volti e carne e colori veri, che da dentro illumina tutto quello che c’è intorno.Rientro nella classe virtuale sognando il momento in cui potrò tornare a sentire l’odore dei banchi, salire quelle scale cadenti e ritrovarmi di fronte al sorriso dei miei alunni, alla luce viva, fatta di occhi e volti e carne e colori veri, che da dentro illumina tutto quello che c’è intorno.
Sogno la portiera che si chiude e mio figlio che è già scappato dentro, tra i suoi amici, bello come il sole e giustamente manco mi saluta più (è chiaro che a cinque anni ci sono altre priorità!). Sogno mia figlia che si trova di fronte a scuola, nel verde, insieme alle sue amichette e il momento in cui entrano confabulando tra loro, come se fossero legate da un nastro di chiacchiere e risatine che solo noi riusciamo a vedere.
Noi che abbiamo avuto tutto e che adesso dobbiamo vedere i nostri figli privati a forza di ciò che è più essenziale e – dannatamente stupidi come siamo – davamo per scontato.
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