Tommaso ha sofferto per non essere stato presente alla prima apparizione di Gesù risorto, ma Cristo è tornato per dimostrargli il suo amore
Ci sono momenti nella vita in cui non ci troviamo nel posto giusto. Non siamo presenti quando accade qualcosa di importante. E poi ci lamentiamo.
San Tommaso ha vissuto questo problema. Proprio nel momento in cui è arrivato il Signore, quando si è reso presente, non era lì. Proprio quando aveva bisogno di sperimentare l’amore di Gesù, di toccare le sue ferite, di ascoltare le sue parole, di ricevere la sua pace… era assente. Quanto dev’essere stato grande il suo dolore! Forse avrà provato angoscia di fronte a un Dio che si era reso presente e non sentiva la sua mancanza; un Dio che sembrava aver scelto il giorno e l’ora sbagliati; un Dio che scendeva e non lo trovava. Perché era accaduto tutto mentre era assente.
Anche gli altri non hanno sentito la mancanza di Tommaso, e quante volte accade anche a noi! Vogliamo esserci, vogliamo che le cose accadano quando siamo presenti, vogliamo essere protagonisti! Vogliamo che tutto ruoti intorno a noi, vogliamo essere informati di tutto, sapere tutto, essere aggiornati.
Il problema di Tommaso non era tanto quello di non credere che Gesù fosse risorto, ma quello di non conformarsi al fatto che Gesù fosse apparso senza che lui fosse presente, perché è più difficile rallegrarsi per l’altro. Dobbiamo imparare a uscire da noi stessi e a vedere l’altro con gioia; imparare a ringraziare per ciò che accade all’altro, anche se non vi partecipo, anche se non è avvenuto grazie al mio aiuto.
Tommaso non ne è stato capace. La ferita gli faceva troppo male. Perché è successo proprio quando lui non era lì? Non se lo meritava! Com’è difficile affrontare l’indifferenza! È molto doloroso constatare che non si sono ricordati di noi.
Tra la prima e la seconda apparizione di Gesù sono trascorsi otto giorni. Otto giorni durante i quali Tommaso si è sentito escluso dalla gioia e dalla speranza degli altri apostoli. Deve aver chiuso il cuore ed essersi isolato.
Quando siamo tristi, la gioia degli altri può farci male. Forse Tommaso avrebbe preferito che Gesù non fosse apparso, che non fosse vivo, visto che è accaduto tutto senza che lui fosse presente. Si tratta di invidia. È autoreferenzialità.
Mi hanno sempre colpito le persone che pensano più agli altri che a se stesse, che si rallegrano di cuore, offrendo la propria rinuncia con semplicità, senza aspettarsi ringraziamenti. Quelle persone amano come Gesù, come Maria. E rendono il mondo un posto migliore.