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Come il coronavirus sta cambiando la vita della Chiesa

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Pascal Deloche | Godong

Macarena Gayangos - pubblicato il 17/04/20

La sfida di essere connessi in una Messa o in un momento di adorazione “online” significa non essere semplici spettatori, ma vivere l'esperienza sacramentale

La Messa della Domenica delle Palme presieduta dall’arcivescovo di Santiago del Cile, Celestino Aós, e trasmessa attaverso varie piattaforme ha ottenuto più di 50.000 connessioni.

Per via del divieto degli assembramenti a causa del coronavirus, sacerdoti, vescovi e comunità hanno dovuto scegliere l’innovazione e imparare a gestire le reti sociali per arrivare alla gente.

“La sfida di stare sulle piattaforme è far sì che il laico non sia uno spettatore, ma viva l’istanza o l’esperienza sacramentale essendo connesso in una Messa o un momento di preghiera”, ha spiegato Luis Felipe Allende, direttore delle comunicazioni della Pastorale della Pontificia Università Cattolica del Cile.

La Pastorale è stata una delle prime del Cile a trasmettere la Messa dal lunedì al venerdì alle 13.00 attraverso Instagram IGTV.

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“Per noi è stata una sorpresa vedere la quantità di connessioni che abbiamo ottenuto nei primi giorni. Poi abbiamo iniziato a usare il nostro canale di Youtube”, ha riferito Alliende.

“La responsabilità e l’innovazione costante che ci si presentano perché i giovani vivano questa esperienza religiosa ci ha portato però a creare e a sviluppare un portale con varie risorse pastorali volto a tutti, non solo ai giovani, e quindi nell’arco di due settimane è nato Anclados.cl”.

Anclados.cl offre raccomandazioni di libri, materiale audiovisivo e Podcast per collaborare alla formazione della fede di tutta la famiglia.

Il nome del portale deriva “da un’immagine molto antica del cristianesimo, l’ancora, che forse attualmente si è persa ma si ritrova nell’archeologia cristiana, come segno del fatto che fedeli sono legati alla speranza del cielo e al cuore di Gesù”.

“Vogliamo vivere questo tempo di quarantena ancorati alla nostra fede, a Gesù Cristo, alla comunità, incontrarci”, ha commentato padre Fernando Valdivieso, cappellano generale dell’Università Cattolica.

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Di HQuality - Shutterstock

Un altro esempio sono le Messe offerte dalla pagina Facebook dell’Hogar de Cristo, istituzione creata da Sant’Alberto Hurtado 75 anni fa.

“Non avevo mai celebrato una Messa online, interagendo con la gente via Internet. È stata la prima volta, e con questa esperienza, con tutto quello che abbiamo dovuto vivere con il telelavoro, credo che impararemo a comunicare in modo diverso con le persone”, ha commentato il sacerdote José Yuraszeck, cappellano generale dell’Hogar.

“Ci siamo collegati attraverso Zoom e abbiamo potuto ricevere in modo virtuale la benedizione delle palme insieme a monsignor Celestino. Eravamo più di 100 giovani di Santiago e non mi aspettavo di emozionarmi, soprattutto alla benedizione. Mi ha riempito di energia e di speranza il fatto di poter vedere i volti dell’équipe di servizio, che non vedevo da tanto”, ha confessato Tomás Farías, dell’équipe di servizio della Vicaría de la Esperanza Joven di Santiago.

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Arzobispado de Santiago de Chile

Questa pandemia ha anche fatto ripensare a tutti i progetti pastorali della Chiesa in Cile e nel mondo. Neanche la Pastorale dell’UC è estranea alla situazione.

“Abbiamo più di 30 progetti e uno è a Calcutta. Accompagna le persone che soffrono nelle carceri, negli ospedali, nelle case per anziani e negli orfanotrofi”.

L’accompagnamento si effettua in forma fisica, e i giovani vi assistono ogni settimana.

“In queste circostanze stiamo riprogettando tutto, e lo stiamo facendo attraverso il telefono o con videochiamate. Ora più che mai è necessario accompagnare tanti che sono soli, e in molti casi abbandonati”, ha riferito Luis Felipe Alliende.

Un altro aspetto fondamentale per l’équipe della Pastorale dell’UC è stato il fatto di cambiare la forma di lavorare sui contenuti evangelizzatori.

“Non ci sono più le riunioni fisiche né il contatto, e allora dobbiamo cambiare lo sguardo nei confronti del mondo digitale. Quello che comunichiamo ora nel mondo della Chiesa deve guardare a contenuti offerti in modo digitale, che è molto diverso”.

“Ci sono immagini, meno testi, e dobbiamo anche fare attenzione a chi ci segue. Sono tante le variabili da gestire”, ha sottolineato Alliende. “E come Chiesa in Cile lo stiamo imparando”.

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