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Una liturgia perfetta per la quarantena

Liturgy of the Hours

Fr Lawrence Lew, O.P. | Flickr CC BY-NC-ND 2.0

Padre Patrick Briscoe - pubblicato il 15/04/20

Molti membri della Chiesa incaricati di questa liturgia trascorrono la propria vita in una sorta di “distanziamento sociale”

Visto che gli uomini e le donne dipendono sempre e ovunque da Dio per qualsiasi cosa buona, devono dedicarsi costantemente all’opera della preghiera. Gesù ha insegnato ai suoi discepoli a “pregare sempre e non stancarsi” (Lc 18, 1). Ci ha insegnato ad essere continuamente in preghiera offrendoci una celebrazione da compiere “in memoria di Lui”.

In genere i cattolici si riferiscono alla preghiera comune fondamentale come alla Messa. La Messa è la celebrazione, guidata da un sacerdote, in cui il pane e il vino si trasformano mediante il potere della grazia di Dio nel corpo e nel sangue di Gesù.

Nella Chiesa latina (ovvero occidentale), l’Eucaristia è stata comunemente chiamata Messa, sottolineando il modo particolare in cui l’Eucaristia ci nutre nel nostro percorso come pellegrini. Il sacramento ci sostiene nella nostra missione. Al termine della celebrazione veniamo “inviati”: “Ite missa est”.

In Oriente, però, la celebrazione dell’Eucaristia è chiamata Liturgia Divina.

Liturgia (leitourgia in greco) indicava in origine un dovere pubblico. Ad Atene, ad esempio, il termine descriveva il sostegno dei cittadini benestanti a vari servizi pubblici, come il gymnasium (che nell’antica Grecia era il centro sia della vita pubblica che degli esercizi atletici) o il teatro. Non c’è quindi un’origine biblica del termine.

Il termine “liturgia” è stato usato dai traduttori dell’Antico Testamento nella Septuaginta per indicare il servizio rituale dei sacerdoti e l’adorazione che aveva luogo nel Tempio di Gerusalemme. Nell’Antico Testamento, il termine indica i doveri religiosi pubblici, piuttosto che i più ampi servizi pubblici di Atene.

Oggi in Occidente “liturgia” si riferisce all’intero sistema di cerimonie, riti, preghiere e sacramenti offerti dalla Chiesa. L’Eucaristia è liturgia, il Rosario (una devozione) no.

L’Eucaristia è il “sacramento dei sacramenti”. Lo scambio divino di grazie, l’unione di Dio da sperimentare nella recezione della Santa Comunione è completamente diversa da qualsiasi altra forma di adorazione. Il Vaticano II definisce l’Eucaristia “fonte e culmine della fede cristiana”.

Alla base della preghiera pubblica della Chiesa, però, è importante una seconda antica tradizione. I primi cristiani si riunivano due volte al giorno per recitare i salmi, per scambiarsi preghiere di intercessione e recitare insieme il Padre Nostro. Oggi la Chiesa, che si attiene ancora a questo costume, definisce questo programma di preghiera pubblica Liturgia delle Ore.

Questo è il ritmo del canto che monaci e suore usano nei loro monasteri, il metodo di preghiera che ogni sacerdote si impegna ad abbracciare ogni giorno. È chiamato anche Ufficio Divino e Breviario.

Il Vaticano II ha esortato i fedeli laici ad abbracciare più ampiamente questo metodo di preghiera. A questo scopo, Magnificat pubblica adattamenti quotidiani di questa preghiera per i fedeli laici.

Oggi la Liturgia delle Ore consiste ampiamente nella stessa struttura del passato: canto degli inni, recita dei salmi, estratti dalle Sacre Scritture, racconti della vita dei santi, preghiere di intercessione e il Padre Nostro.

Recitare l’Ufficio Divino ha molti effetti straordinari:

Unione

Uno degli effetti principali della preghiera è l’unione. Pregare vuol dire elevare il cuore e la mente a Dio. Ci uniamo a Lui nei nostri pensieri e nelle nostre parole.

Come preghiera profondamente ecclesiale, l’Ufficio Divino unisce il credente, ovunque si trovi, alla Chiesa universale. La Liturgia delle Ore è la preghiera della Chiesa. Lodando Dio con le parole offerte dalla Chiesa, uniamo la nostra voce in un’armonia sinfonica.

La liturgia terrena è un’ombra rispetto a quella del Cielo. Le grazie della preghiera della Chiesa hanno il potere di legarci agli inni di lode dei santi di lassù. Nella Liturgia delle Ore, la Chiesa intona canti di gloria celeste. Insieme ai santi del Cielo, lodiamo la Maestà Divina, cantando già qui e ora gli inni eterni del Cielo.

Consacrazione del tempo

Ogni credente sa che non si può pregare letteralmente sempre. Siamo creature incarnate, e il nostro corpo ha delle necessità, come quella di dormire. Dormire non è affatto la stessa cosa che pregare…

Possiamo tuttavia consacrare intenzionalmente il nostro tempo alla preghiera. Le porzioni della Liturgia delle Ore sono divise nel corso della giornata di modo che le preghiere proprie del mattino chiedano grazie e quelle della sera offrano ringraziamento per le benedizioni ricevute. Il programma regolare chiede di fermarsi e riposare a mezzogiorno e di arrendere e offrire la propria vita a Dio la sera. La Liturgia delle Ore ha una cadenza poetica che trasformerà il cuore di qualsiasi discepolo si impegni a recitarla.

Supplica

Alcune cose sono ordinate dalla Provvidenza Divina solo perché i credenti le chiedono a Dio. La preghiera di intercessione è una partecipazione vera e strumentale al governo del mondo da parte di Dio. Alcune cose si realizzeranno per i meriti delle nostre preghiere.

Recitando la Liturgia delle Ore ci accostiamo al Padre con la voce di Cristo. Preghiamo nel Suo nome salvifico. È attraverso le grazie della Sua croce che siamo stati redenti. Supplichiamo allora con fiducia Dio per la salute e la salvezza del mondo!

Santificazione

Un effetto finale della preghiera è la nostra santificazione personale. Proclamare la Parola di Dio che salva trasformerà i nostri cuori. Ascoltare la Parola di Dio significa esserne cambiati. Permettere l’annuncio sempre nuovo dell’opera salvifica di Dio tra noi darà al nostro cuore la grazia e renderà la nostra vita una testimonianza più brillante della Sua gloria.

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