Due morti e decine di positivi, anche tra agenti e medici. Situazione esplosiva. Antigone: subito ai domiciliari 10mila carcerati. Il cappellano: detenuti incerti e disperati, dietro la sbarre solo miseria
Una bomba che rischia di esplodere nel (quasi) silenzio generale. Il coronavirus nelle carceri ha già causato la morte di due detenuti e decine di contagi.
Papa Francesco ha più volte acceso i riflettori, anche di recente, sulla condizione delle carceri e i rischi che si moltiplicano in questo periodo segnato dalla pandemia, sia per le rivolte, sia per la possibile diffusione del virus. «Dove c’è un sovraffollamento c’è il pericolo di una calamità grave», era stato il grido del Papa, rimbombato all’inizio della Settimana Santa.
Il primo decesso a Bologna
il primo caso di morte per coronavirus fra i detenuti italiani è stato quello di un 76enne accusato di reati di mafia, recluso nell’istituto bolognese della Dozza, che era stato trasferito in terapia intensiva dopo il peggioramento delle sue condizioni. A darne notizia è il sindacato di polizia penitenziaria Uilpa: «Prima o poi doveva accadere ed è purtroppo accaduto – dice Gennarino De Fazio – Si tratta di un ristretto del circuito ad alta sicurezza, ricoverato qualche giorno fa in stato di detenzione e poi ammesso agli arresti domiciliari. Pare fosse affetto da altre patologie» (La Stampa, 2 aprile).
Il contagio del boss a Voghera
Il secondo detenuto morto è Antonio Ribecco. Era un boss della cosche calabresi detenuto nel carcere di Voghera ed era considerato il referente della ‘ndrangheta in Umbria. Ribecco è deceduto in un ospedale di Milano dove era ricoverato da circa una settimana per Covid-19 e altre patologie (Gazzetta del Sud Catanzaro, 12 aprile).
Lentezza nei tamponi
I primi decessi per Covid-19 arrivano dopo la denuncia dei sindacati autonomi della situazione del carcere di Parma dove, un’intera sezione sarebbe in quarantena e cinque agenti sono risultati positivi al coronavirus. Di qui la richiesta di sottoporre al tampone tutto il personale dell’istituto
Anche nello stesso carcere bolognese della Dozza, l’espansione del contagio da Covid-19 fra i ristretti si fa molto pesante. I detenuti, con esito positivo sono almeno dodici (Bologna Today, 14 aprile).
La lentezza nel fare i tamponi nelle carceri è un altro dei problemi di cui si parla ancora troppo poco. A Verona si contano 50 contano 50 contagiati tra poliziotti e detenuti, e poi casi di positivi si segnalano nei penitenziari di Santa Maria Capua Vetere, Pisa, Tolmezzo, San Vittore (Milano), Udine, Pavia, per citare i più eclatanti.