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“Tornassi indietro, abortirei. Troppa fatica gestirlo”

MOTHER AND SON,

Bricolage | Shutterstock

Semplicemente una mamma! - pubblicato il 14/04/20

"Se potessi tornare indietro, non lo farei più", "Aspetto il secondo figlio, ma ho in borsetta l'impegnativa per l'IVG, così se cambio idea, sono già pronta". Cosa accomuna queste donne? Credo la mancanza della consapevolezza che essere genitori sia anche questo: far fatica.

Alcuni post ti nascono dentro, salgono piano piano, non ti fanno dormire perché sai che bisogna trovare le parole giuste per far capire cosa si vuol dire senza ferire nessuno.
E così, vediamo.

Ho conosciuto una mamma di un bimbo con sdD (sindrome di Down NdR) abbastanza grandino, almeno 6 anni. Tra l’altro una vera delizia…
Ma la madre, mi ha detto: “Tornando indietro, abortirei. Troppa fatica gestirlo”.

Una mia paziente, che ci ha impiegato anni ad avere il primo figlio, mi ha detto :”Dottoressa , non so come lei faccia con sette. Questo bambino mi fa impazzire. Tornassi indietro, non lo farei più”.

Una donna che conosco, mi ha detto: “Aspetto il secondo figlio, ma ho in borsetta l’impegnativa per l’IVG, così se cambio idea, sono già pronta”. E poi, non contenta: “Beh, ora che hai avuto un bimbo con la sdD, smetterai di fare figli qua e là”. (Inesattezza, io i miei figli li ho partoriti sempre in ospedale, anche se, effettivamente ne ho cambiati 2. Ma non credo si riferisse a quello con “qua e là”).




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Cosa accomuna queste donne?
Credo la mancanza della consapevolezza che essere genitori sia anche questo.
Far fatica.
Non è solo questo, chiaramente, è anche potersi godere una manina paffutella appoggiata sulla guancia ed una carezza che ti rende tutta la faccia appiccicosa di marmellata o maionese, a seconda dei gusti del pargoletto in questione…
Ma la fatica c’è, una fatica però consapevole, volta a rendere felice la creatura che hai partorito, accettandola per le sue caratteristiche ed il suo modo di essere.

Vedete, in questi casi, i figli non sono stati accolti in modo completo, ed il rimpianto delle donne rimane per l’impegno preso.
La sindrome non fa la differenza, insomma.
La mentalità abortista sì.
Rimane una non accettazione del ruolo genitoriale, quello che comporta anche non dormire la notte, correre qua e là per le varie attività dei figli, dire dei no e subirne le urla conseguenti, sopportare gli schizzi degli adolescenti… Non sempre la famiglia del mulino bianco è così bianca…
Del resto la vita reale è impegnativa e così la Famiglia reale e quella bisogna godersi, amare e far crescere.
Si fa fatica, è vero.
Ma si fa per Amore, quindi… si fa.


DONNA GRAVIDANZA TRISTE

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Che poi avere un bambino che sembra diverso dall’immaginato, induca a dover fare un processo di accettazione ulteriore, o più veloce, lo abbiamo già sviscerato.
Io stessa mi sono fatta tutti i miei pianti del caso, non l’ho mai nascosto… in realtà ora li rimpiango come tempo sprecato, perché adesso che conosco bene Lui, capisco che non c’è nulla di cui piangere. Almeno finché non decide di andare a lavarsi con la doccetta tutto da solo senza prima svestirsi…
Allora sì, lì è una gran fatica.
Ma anche quella lacrime versate all’inizio sono state un bene,perché mi hanno resa più forte.
Una guerriera con doppia corazza.
Una per resistere agli sforzi della normale maternità, una per resistere agli attacchi… di chi pensa che mio figlio possa fare da freno al mio essere madre… qua e là.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA SEMPLICEMENTE UNA MAMMA

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