L’Eucaristia è vivere di adorazione e unione con Dio

Come creature che siamo, riconoscendo umilmente la nostra piccolezza ci uniamo intimamente a Dio, e in questa unione siamo invasi da uno stupore di fronte al riconoscimento della sua grandezza e della sua bontà. Questo ci fa uscire da noi stessi e da quel piccolo mondo che possediamo, trasportandoci alla grandezza della presenza sacramentale del Signore nell’Eucaristia.
La nostra partecipazione attiva al sacramento eucaristico ci permette di partecipare all’amore senza fine che si dona a noi con infinita gratuità, il che deve portarci a una profonda adorazione della signoria onnipotente, buona e provvidente di Dio.
La bellezza della celebrazione liturgica, la sua armonia e la sua nobiltà, portano l’anima all’adorazione e all’unione con lo Spirito di Dio. Per questo, siamo chiamati a lasciarci trasportare da quello stesso Spirito in mezzo al silenzio, ai canti, all’ascolto della Parola, alla preghiera, ai gesti e agli ornamenti liturgici.
È lo Spirito che ci guida a un’adorazione piena e sincera di Dio. C’è una bellissima conferenza online che parla del mistero dell’Eucaristia, e forse in questo periodo di quarantena vi verrà voglia di vederla. Si intitola Conocer la misa para hacernos Eucaristía (Conoscere la Messa per diventare Eucaristia), e sono certo che possa esservi molto utile.
In questo periodo di isolamento, lo spazio per l’adorazione è l’intimità del cuore. È in questo momento che diventano concrete le parole del Vangelo che ci invitano ad andare nella nostra stanza e a pregare lì il Padre.
Riconosciamo la grandezza della misericordia e della bontà di Dio nella vostra vita, e sbocceranno le parole per pregare e adorare il Signore, che ci ascolta in ogni momento.
Non si tratta solo di celebrare l’Eucaristia, ma di essere Eucaristia
Questa pandemia, la quarantena e il fatto di non poter assistere agli atti liturgici devono portarci a scoprire una ricchezza della nostra fede che è quella di trasformare la nostra vita in Eucaristia. Sì, non spaventatevi, abbiamo tutti celebrato l’Eucaristia come sacerdoti battesimali che in unione al sacerdozio ministeriale celebrano un sacrificio gradito al Padre. La domanda che potremmo porci oggi è “Siamo Eucaristia?”
Nel Vangelo di Giovanni (4, 24), Gesù ci dice come dev’essere la nostra adorazione: “Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità”. Questa pericope del testo è servita nel corso degli anni a designare qualcosa di essenziale per la fede degli uomini: che la nostra preghiera, il nostro culto e la nostra celebrazione devono essere in spirito e verità.
Ciò vuol dire che deve nascere dal più intimo dell’essere e che nella più assoluta sincerità si deve unire al vivere la quotidianità. In poche parole, è un appello alla coerenza: celebrazione e vita.
Siamo quindi Eucaristia, e la nostra vita sia una testimonianza palpabile di quello che celebriamo e in cui crediamo. La preghiera e la spiritualità che viviamo siano così umili e sincere da irradiare come luce che illumina il mondo e come sale che dà sapore e vita alla società, arrivando a incarnare le parole di San Francesco d’Assisi “Predica il Vangelo in ogni momento, se necessario usando le parole”. La nostra vita annunci sempre Cristo.