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Sabato Santo, i due riti da fare in famiglia: seppellire ciò che è vecchio e le intercessioni

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 10/04/20

Li consiglia il monaco benedettino Padre Anselm Grun, che in un piccolo compendio racconta come trascorrere il Triduo in casa, cogliendo la trasformazione della morte di Cristo in risurrezione

Padre Anselm Grün, monaco nell’abbazia benedettina di Münsterschwarzach (Germania), descrive come vivere in modo inedito riti del Triduo Pasquale, in questa Settimana Santa senza precedenti, per le restrizioni causate dalla pandemia.

Profondamente amareggiato per la dolorosa situazione che affligge l’Italia a causa dell’emergenza coronavirus, il monaco in “Celebriamo il Triduo Pasquale in famiglia” (in esclusiva per edizioni San Paolo) ha voluto accompagnare le famiglie italiane, che quest’anno non potranno uscire di casa e prendere parte alle celebrazioni pasquali.

“Sperimentare la trasformazione”

Con il suo stile pacato ed efficace, Padre Anselm suggerisce come celebrare serenamente e con gioia il cuore dell’esperienza cristiana e accompagnare per mano i credenti verso la Santa Pasqua.

«I rituali – scrive Grün in apertura del testo Celebriamo il Triduo Pasquale in famiglia – devono essere un aiuto a sperimentare e a sentire concretamente il mistero di questi giorni in noi e nel nostro rapporto gli uni con gli altri. E vogliono anche metterci in contatto con tutte le persone che oggi nel mondo si trovano a soffrire sotto il coronavirus. Così vi auguro di poter sperimentare, mediante i rituali, la trasformazione che questi giorni ci annunciano: la trasformazione delle ferite in perle, la trasformazione della morte in risurrezione, della tenebra in luce, del fallimento in un nuovo inizio».

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Per il Sabato Santo, Padre Anselm, raccomanda due riti.

1. Seppellire ciò che è vecchio

La famiglia si riunisce. Ognuno scrive su un foglietto ciò che vorrebbe volentieri seppellire: forse un vecchio conflitto, o uno schema di vita come la propria sensibilità, l’esplosione facile, i malintesi che hanno offuscato il clima, le ferite, i rimproveri a sé stessi, i sensi di colpa.

Poi si può silenziosamente appallottolare il foglietto e gettarlo in una cassetta. Oppure si può andare in giardino e seppellirlo in una buca. In questa buca si possono gettare tutti i foglietti e ricoprirli di terra. Se si vuole, si può anche piantarvi sopra un fiore o un cespuglio, come segno che ciò che viene seppellito porta nuovo frutto. O, se non si ha un giardino, si posso- no bruciare insieme i foglietti. Allora posso immaginarmi: ciò che è vecchio si dissolve veramente. È sepolto.

2. Intercessioni

Oggi pensiamo ai nostri parenti, a tutti i nostri amici e conoscenti insieme ai quali vorremmo essere ora, a tutti quelli che soffrono per la crisi, a tutti quelli che sono in quarantena, che questo tempo di quiete per noi diventi un tempo salutare per tutti.

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CAŁUN TURYŃSKI

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