Tra le 14 meditazioni per il Venerdì Santo, una storia di accuse ingiuste e sofferenze pesanti. “Ho sentito tutto il peso della croce: l’accusa era fatta di parole dure come chiodi, la salita si è fatta ripida”.
Per otto anni ha subito un processo per abusi su minori, poi, dopo una lunga sofferenza è arrivata l’assoluzione. Ora quel sacerdote ha scritto la meditazione per l’undicesima stazione della Via Crucis di Papa Francesco, che quest’anno si svolgerà a San Pietro e non al Colosseo.
Nell’undicesima stazione Cristo è inchiodato alla croce. «Quante volte, da prete, ho meditato su questa pagina di Vangelo. Quando poi, un giorno, mi hanno messo in croce – rammenta il sacerdote – ho sentito tutto il peso di quel legno: l’accusa era fatta di parole dure come chiodi, la salita si è fatta ripida, il patimento si è inciso nella pelle».
“Nei tribunali cercavo il Crocifisso appeso”
Il momento «più buio», ricorda, «è stato vedere il mio nome appeso fuori dall’aula del tribunale: in quell’attimo ho capito di essere un uomo costretto a dimostrare la sua innocenza, senza essere un colpevole. Sono rimasto appeso in croce per dieci anni: è stata la mia via crucis popolata di faldoni, sospetti, accuse, ingiurie. Ogni volta, nei tribunali, cercavo il Crocifisso appeso: lo fissavo mentre la legge investigava sulla mia storia».
“Sarebbe stato meglio farla finita…”
Il sacerdote ammette di aver pensato persino al suicidio. «La vergogna, per un istante, mi ha condotto al pensiero che sarebbe stato meglio farla finita. Poi, però, ho deciso di rimanere il prete che sono sempre stato. Non ho mai pensato di accorciare la croce, nemmeno quando la legge me lo concedeva. Ho scelto di sottopormi al giudizio ordinario: lo dovevo a me, ai ragazzi che ho educato negli anni del Seminario, alle loro famiglie».
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La luce dei suoi ragazzi
Ecco, quei ragazzi sono stati una luce di speranza. «Mentre salivo il mio calvario, li ho trovati tutti lungo la strada: son diventati i miei cirenei, hanno sopportato con me il peso della croce, mi hanno asciugato tante lacrime. Assieme a me tanti di loro hanno pregato per il ragazzo che mi ha accusato: non smetteremo mai di farlo».
Il giorno in cui è stato assolto c«on formula piena», ha scoperto di «essere più felice di dieci anni fa: ho toccato con mano l’azione di Dio nella mia vita»
La preghiera
L’undicesima stazione della Via Crucis è associata alla seguente preghiera:
Signore Gesù, il tuo amarci fino alla fine ti ha portato
sulla Croce. Stai morendo, ma non ti stanchi di perdonarci
e di darci vita. Affidiamo al Padre tuo gli innocenti
della storia che hanno sofferto un’ingiusta condanna.
Risuoni nei loro cuori l’eco della tua parola:
«Oggi sarai con me in Paradiso».
Preghiamo
O Dio, fonte di misericordia e di perdono, che ti riveli
nelle sofferenze dell’umanità, illuminaci con la grazia
che sgorga dalle piaghe del Crocifisso e donaci di perseverare
nella fede durante la notte oscura della prova.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
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