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Gesù ti è accanto, puoi decidere se amarlo o tradirlo

Bacio-Giuda-particolare-1

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 07/04/20

Per Giuda ha intinto un boccone e ha lasciato che Giovanni reclinasse il capo sul suo petto: ma essere in intimità con Cristo non è una garanzia, è una condizione di responsabilità.

In quel tempo, mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse.
Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.
Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Dì, chi è colui a cui si riferisce?».
Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?».
Rispose allora Gesù: «E’ colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.
E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto».
Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo;
alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.
Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.
Quando Giuda fu uscito, Gesù disse : «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui.
Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho gia detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire.
Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».
Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!».
Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte». (Gv 13,21-33)

Tanti dettagli fanno da mappa nel Vangelo di oggi. Il primo dettaglio lo ritroviamo negli occhi di Gesù: “Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà»”. Non dovremo mia dimenticare che l’esperienza del tradimento non è un’esperienza che lascia Gesù indifferente. Non sentirsi corrisposti nell’amore, o peggio essere feriti proprio mentre si ama è una delle ferite più dolorose che un uomo possa vivere. Il Vangelo di oggi ci ricorda che Gesù ha provato un dolore così. Chi soffre a causa di queste ferite non dimentichi che Gesù lo comprende bene perché c’è passato prima di lui.

Ma ciò che colpisce è il totale disarmo con cui vive questa esperienza. Il dolore in Gesù non si trasforma mai in rabbia. È come se Egli ci ricordasse che abbiamo tutti il diritto di soffrire ma che dobbiamo stare attenti a non trasformare mai il dolore in rabbia, perché la rabbia è male fatto a se stessi e agli altri. La doppia lezione che ci lascia è immensa: mai censurare le lacrime (il dolore), e mai lasciare che quelle lacrime vadano a male (rabbia). Il secondo dettaglio è nell’intimità che Giovanni crea con Gesù: “Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Di’, chi è colui a cui si riferisce?». Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?»”. Se la nostra vita spirituale non diventa capacità di entrare in intimità con Cristo, essa non risponderà mai veramente alle domande che ci portiamo dentro. Imparare a pregare non è imparare delle parole ma imparare un atteggiamento. È saper reclinare il nostro capo sul petto di Gesù. Solo allora capiremo le cose in una maniera nuova. Il terzo dettaglio è nell’intimità che Gesù stabilisce con Giuda: “Rispose allora Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone”. Essere in intimità con Gesù non è una garanzia, è una condizione di responsabilità.

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