“Lascia che i morti seppelliscano i loro morti”
Una voce sembra dissonante, perfino brusca. È quella di Gesù stesso:
“Un altro dei discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli disse: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti»” (Mt 8, 21-22).
Il padre della Chiesa Origene ha già cercato di gettare luce su questa posizione apparentemente disumana dicendo che “Gesù non impedisce la sepoltura dei morti, ma preferisce chi fa vivere gli uomini”.
Far vivere è più importante che seppellire. Non è quindi necessariamente illegittimo dover rinunciare, se è per proteggere la vita, la salute di tutti.

Il contesto in cui è scritta la parola di Gesù non è principalmente sanitario. Nella versione di Luca dello stesso dialogo, Gesù specifica: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va’ ad annunciare il regno di Dio” (Lc 9, 60).
In questo modo, si apre una vita futura: al di là del dovere di seppellire i morti, c’è un orizzonte finale che è quello delle esigenze del Regno.
Ancora più assoluto del dovere di deporre i morti con dignità nella terra è generarli alla vita di Dio. Il fatto che non riusciamo a fare la prima cosa come vorremmo non ci impedisce di provvedere alla seconda, ma come?
Non è mai troppo tardi
In primo luogo, confidando nella maternità della Chiesa: è tutta la Chiesa che è fatta per generare uomini e donne alla vita di Dio. È la sua ragion d’essere, il suo ruolo, nel corso della nostra esistenza.
La simmetria tra i riti del Battesimo e delle esequie ce lo ricorda: il segno dell’acqua, della luce o della croce significa che la Chiesa, pregando per i defunti, li avvicina alla vita eterna, alla quale li ha dati alla luce mediante il Battesimo.
Non è necessario che a un funerale siano presenti molte persone per farlo: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18, 20), ci promette Colui che è il Vivente (cfr. Ap 1, 18).

Questo compito, inoltre, sfugge alle limitazioni del tempo e dello spazio. La comunione dei santi si fa beffe dell’isolamento!