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A quale gruppo di persone appartenete durante questa pandemia?

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Dragana Gordic | Shutterstock

Catholic Link - pubblicato il 04/04/20

di Mauricio Montoya

Il COVID-19, oltre ad essere il virus che sta paralizzando tutto il mondo, è un tema che tocca ogni dimensione della vita umana. Basta entrare in una delle nostre reti sociali per essere immediatamente bombardati da informazioni, notizie, catene e immagini sulla situazione attuale di fronte a questa malattia.

Dovremmo però chiederci come stiamo agendo e come stiamo sostenendo la nostra famiglia e i nostri amici. È comune sentire in questi giorni che siamo la generazione a cui è stato chiesto di non fare niente e non siamo stati in grado di far bene neanche questo.

In questa sede vorrei invitare a riflettere su chi vogliamo essere ai tempi del COVID-19.

1. Chi resta paralizzato dal panico

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In questi tempi in cui ogni notizia è tanto incoraggiante quanto catastrofica, assumere questo atteggiamento e mantenerlo è molto facile. Ed è logico, perché ogni volta che si accende la televisione o la radio o si entra su Internet ci si imbatte in un’infinità di informazioni, in cui inoltre si collegano tutte le buone notizie con quelle negative. Si dice, ad esempio, che ci sono x persone guarite, ma questo dato viene subito affiancato dal numero dei decessi.

Il problema è restare in quella situazione senza far niente, o peggio ancora, facendo molto e non aiutando gli altri, come chi accaparra i prodotti nei negozi senza pensare a chi non ha acquistato ciò di cui ha bisogno, o chi come frutto della tensione e dell’ansia del momento si lascia andare al cattivo umore.

La questione è come uscire da questo stato d’animo. Vi raccomando di fermarvi un momento, di respirare e pensare a come potete aiutare i familiari e gli amici più vicini perché quanto fate contribuisca alla soluzione della situazione.




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2. Chi sta attraversando la zona di apprendimento

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Dragana Gordic | Shutterstock

Sono coloro che hanno preso il controllo di se stessi in questa situazione, essendo capaci di riconoscere che tutti stiamo in qualche modo mettendo il nostro granello di sabbia nella situazione attuale.

Sono anche tutti coloro che iniziano a cercare un modo di aiutare con più generosità, non solo a livello economico, ma anche con l’assenza di disinformazione e diffusione del panico, come accade con le fake news.

In questa condizione è importante imparare a riconoscere quali sono gli strumenti che abbiamo a disposizione per andare avanti – strumenti come i talenti e le qualità personali, la ricchezza del calore e della fraternità familiari, la fede e la preghiera.

Chi si trova in questa fase deve gettare le radici che lo porteranno ad essere una persona migliore per la società futura. Sì, parlo di una società futura, perché dopo il COVID-19 non potremo essere uguali. Dev’essere come dice Papa Francesco, come dopo una guerra, in cui le civiltà si ricostruiranno e si rafforzeranno.


INSOMNIA, SLEEPLESS,

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3. Chi si trova in una zona di crescita

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fizkes | Shutterstock

Magari ci trovassimo tutti in questa zona! È la situazione in cui riconosciamo il momento che stiamo vivendo, siamo consapevoli della situazione mondiale e sappiamo che in un modo o nell’altro possiamo aiutare gli altri. Chi si trova nella zona di crescita si propone un futuro migliore, perché è una persona che ha già guardato con occhi di maturità e di fede un futuro tanto plausibile quanto superiore.

La zona di crescita ci aiuterà a far parte di un’umanità migliore. Una generazione di persone consapevoli dei propri limiti e che in modo responsabile coestiste con la creazione. Una società che sia davvero fraterna, umana e civile.

Il COVID-19 influisce sulla salute delle persone, ma ci chiama anche all’umiltà e alla generosità, a uscire dall’intimo della nostra famiglia verso gli altri.

Vi siete lasciati interpellare da questa situazione? Avete riconosciuto la chiamata di conversione che ricevete? Siate già usciti dalla zona di panico?

Non dimenticate che la preghiera e la fraternità, sia fisica che virtuale, sono tra i tanti strumenti per superare nel modo migliore quello che stiamo vivendo. Coraggio, non siete soli!

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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