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3 santi che desideravano ricevere l’Eucaristia ma non potevano

COMMUNION

Lucian Coman | Shutterstock

Comunità Shalom - pubblicato il 04/04/20

I cristiani di oggi non sono i primi a voler ricevere i sacramenti senza che sia possibile. Prigionia, malattie e altre situazioni hanno impedito anche ad alcuni santi di avere una vita sacramentale

A causa della pandemia di coronavirus, tutto intorno a noi si è fermato. Molti non sanno come condurre una vita di santità senza poter contare sull’aiuto dei sacramenti in questo periodo di isolamento.

Per la missionaria della Comunità Cattolica Shalom Josefa Alves, che ha un post-lauream in Teologia, si può avere una vita di santità anche nella situazione attuale. Un suggerimento è non limitarsi alla nozione di tempo e di spazio che conosciamo, perché come afferma la Alves “la grazia di Dio non ha limiti. Siamo templi dello Spirito Santo, Dio abita in noi”.

La fede, la devozione, la retta intenzione e l’amore per Dio rappresentano i mezzi necessari per ottenere le grazie dei sacramenti e continuare il viaggio che porta all’incontro con Cristo. “Ad esempio, nell’Eucaristia la Comunione spirituale è reale. Chi ha consapevolezza e fede al momento di comunicarsi, riceve in sé la forza di una bomba atomica a livello di grazie, perché riceve Dio”. La Alves spiega anche che chi si comunica fisicamente senza avere gli stessi desideri di chi è chiamato a ricevere il sacramento in modo spirituale corre il rischio di non avere l’effetto di quel sacramento realizzato nell’anima.

Santi che desideravano ricevere l’Eucaristia

I cristiani di oggi non sono i primi a voler ricevere i sacramenti senza che questo sia possibile. Malattie, prigionia e tante altre situazioni sono state affrontate da alcuni santi riconosciuti dalla Chiesa nel desiderio di vivere la vita sacramentale, e il frutto di questa “sofferenza” ha generato molte grazie per loro e per la Chiesa.

La Alves ci riferisce la storia di tre noti santi.

Santa Teresina è rimasta a causa della sua malattia per più di un mese senza ricevere l’Eucaristia, perché avendo la tubercolosi poteva vomitare sangue, e così la Comunione stessa.

Anche San Giovanni della Croce, prigioniero per più di nove mesi, è rimasto senza ricevere alcun sacramento e senza poter celebrare l’Eucaristia. “In carcere, San Giovanni della Croce ha scritto i suoi cantici spirituali. Nell’anima non era solo. È importante avere questa consapevolezza del fatto che non siamo soli. Il Signore viene a dimorare in noi”, ha spiegato la Alves.

Un’altra santa che a causa della malattia non poteva ricevere la Comunione è Santa Gemma Galgani. Visto che desiderava molto ricevere l’Eucaristia, chi le portava la Comunione era il suo angelo custode.

La Alves sottolinea che si tratta di storie reali vissute da uomini e donne comuni che sono diventati santi, e ricorda che anche se non Lo possiamo toccare fisicamente, non significa che il Signore non sia con noi, e quindi è possibile vivere la santità nel nostro tempo.

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