Ieri 2 aprile, al termine della recita del Santo Rosario dalla cappella del Policlinico Gemelli di Roma intitolata a san Giuseppe Moscati, il vescovo Claudio Giuliodori ha recitato una supplica a san Giovanni Paolo II, davanti alla statua del pontefice nel nosocomio, perché termini la pandemia di Coronavirus.
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Mentre l’umanità è sconvolta da una pandemia di immani proporzioni
ci rivolgiamo a te San Giovanni Paolo II che da questo luogo hai dato al
mondo una luminosa testimonianza di come, con fede e fiducioso
abbandono in Dio, si possono affrontare le prove e le malattie.
Tu che venticinque anni fa ci hai donato l’Evangelium vitae, aiutaci ad
amare e servire ogni vita umana, a partire da quelle che sono più
indifese, emarginate, sfruttate, scartate… e in particolare a prenderci
cura, oggi, di quelle che per il contagio sperimentano la fragilità,
l’isolamento e la morte.
Tu che tante volte e per lunghi giorni hai condiviso in questo ospedale
il soffrire umano e ne hai illuminato il significato con la Salvifici doloris
sostieni gli operatori sanitari in questo momento di gravoso e immenso
sacrificio perché siano per tutti i malati segno di Gesù medico
premuroso e salutare.
Tu che hai concluso i giorni della tua vita terrena abbracciato alla croce
e senza più parole hai fatto risplendere sul tuo volto quello del Crocifisso
fa che vivendo con fede questo tremendo calvario della pandemia,
sappiamo contemplare, sorretti dalla Divina Misericordia, la luce del
Risorto.
Tu che hai affidato la tua vita a Maria con il motto Totus tuus, insegnaci
a camminare con lei, donna dei dolori e della speranza, perché
imparando a stare sotto la croce non venga mai meno la certezza che lo
Spirito Santo effuso dal suo Figlio Gesù farà nuove tutte le cose e che
dopo i giorni della sofferenza verranno quelli della consolazione.
Amen