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L’alto prezzo economico del coronavirus per i cristiani di Terra Santa

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Christophe Lafontaine - ACN - pubblicato il 03/04/20

La colletta annuale del Venerdì Santo, che rappresenta l'80% delle entrate della Chiesa in Terra Santa, potrebbe essere rimandata all'estate

A causa delle misure di isolamento per via della pandemia del COVID-19, i pellegrini si stanno tenendo lontani dalla Terra Santa. Le strade di Gerusalemme saranno vuote a Pasqua. La cancellazione dei pellegrinaggi avrà forti ripercussioni sull’industria del turismo religioso, dalla quale dipendono tante famiglie cristiane in Israele e nei Territori Palestinesi.

Il coronavirus in Terra Santa ha già costretto migliaia di pellegrini a fuggire. Ovviamente “molti cristiani ne risentiranno, soprattutto a Betlemme, perché sono impiegate nel settore turistico”, ha affermato fra’ Ibrahim Faltas, incaricato, tra le altre cose, delle relazioni della Custodia di Terra Santa con l’Autorità Palestinese e Israele.

“Senza pellegrini nessuno lavora”, ha detto ad Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), e questo è ancor più vero visto che nell’ecosistema economico dei cristiani di Terra Santa tutto è interconnesso. Le entrate derivanti dal turismo finanziano opere sociali e pastorali portate avanti dalle istituzioni cristiane attraverso parrocchie, santuari, scuole, ospizi, case di ritiro… Molti cristiani possno quindi avere un lavoro dignitoso per sostenere le proprie famiglie, come ha sottolineato di recente il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali.

Attualmente, “con la chiusura forzata di tutti gli alberghi, i bar e i ristoranti, la maggior parte dei nostri dipendenti è a casa e non lavora. È accaduto lo stesso in passato ai tempi dell’intifada. Non sappiamo come riusciremo a pagare ciascuno se la situazione si prolungherà”, ha affermato fra’ Alberto Joan Pari, anche lui della Custodia.

Tutte le case di accoglienza gestite dai Francescani in Terra Santa sono ora chiuse. I negozi di souvenir e le compagnie di trasporto (taxi, autobus, autonoleggio) sono al limite. Le piccole attività a gestione familiare non sono abbastanza forti da poter resistere a uno shock simile.

In passato, quando la Terra Santa ha sperimentato condizioni di guerra, alcuni sono riusciti a trovare temporaneamente delle nicchie al di fuori del turismo, ma le misure per la pandemia hanno influito su tutti i settori, ed è tutto chiuso.

Il frate è consapevole del fatto che la situazione per i cristiani locali potrebbe peggiorare se venisse rimandata la colletta del Venerdì Santo, come teme. Questa raccolta vuole mostrare la solidarietà delle Chiese cattoliche di tutto il mondo nei confronti della Chiesa in Terra Santa, ed è una delle principali fonti di entrate per il mantenimento dei luoghi santi, l’accoglienza dei pellegrini e il sostegno della Chiesa di Gerusalemme e del Medio Oriente nei suoi sforzi per assicurare che i cristiani restino nei propri Paesi.

“Per il momento la colletta del Venerdì Santo non è stata cancellata, anche se i fedeli in Europa a molto probabilmente in America non potranno andare in chiesa per offrire le proprie donazioni. Si pensa di spostarla all’estate, ma non c’è nulla di certo”, ha affermato fra’ Alberto. Senza una raccolta, “la perdita rappresenterebbe l’80% delle nostre entrate”, ha avvertito il francescano.

Dal lato palestinese, le autorità hanno messo in quarantena la città di Betlemme a metà marzo. Scuole e università (incluse le istituzioni cristiane), moschee e chiese sono chiuse, e dal 5 marzo lo è anche la basilica della Natività di Betlemme, luogo di nascita di Gesù. “In passato, è stata chiusa solo per guerra o assedio [come nel 2002]”, ha ricordato fra’Alberto.

In questa situazione, l’atmosfera in Terra Santa è cupa. Il 12 marzo, il Franciscan Pilgrims Office di Gerusalemme ha cancellato fino a nuovo ordine tutte le Messe prenotate dalle agenzie turistiche nei santuari della Terra Santa. Il 25 marzo, le autorità israeliane hanno chiuso la chiesa del Santo Sepolcro.

A Gerusalemme le strade sono quasi vuote. “Solo un mese fa i pellegrini non riuscivano a trovare un posto in cui dormire! Era affollata. Ora, però, non è rimasto nessuno, gli ultimi pellegrini americani se ne sono andati la settimana scorsa”, ha detto padre Ibrahim.

Tutti sperano che le cose tornino alla normalità dopo l’estate, per l’altra alta stagione dei pellegrinaggi dell’anno, quella di settembre-ottobre. Per ora, i pellegrinaggi sono stati cancellati fino ad agosto.

Nel 2018 e 2019, ACS ha sponsorizzato 40 progetti in Terra Santa, per un totale di oltre 750.000 dollari. Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta sul sito web di ACS, www.churchinneed.org, ed è stato riprodotto dietro permesso.

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