Una intervista di Famiglia Cristiana spiega il punto della situazione circa le nuove terapie anti Covid 19 e suggerisce un tempo non lontanissimo per il vaccinoL’emergenza coronavirus Covid-19 è ovviamente al centro delle preoccupazioni di tutti noi, sia singoli che come comunità nazionale, tutti noi siamo stanchi per la lunga quarantena che già vede all’orizzonte una ulteriore proroga e che – con molta probabilità – verrà portata avanti anche per tutto il mese di Maggio. Nel frattempo le notizie di un “livellamento” nella curva delle infezioni sembra dare respiro e speranza alle strutture sanitarie e mentre il vaccino (che sarebbe risolutivo) è ancora lontano, si prova a combattere il virus con i farmaci esistenti, di questo, in Italia, si occupa l’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, il cui direttore generale, Nicola Magrini è stato intervistato da Famiglia Cristiana in edicola domani.
A proposito del vaccino
Qui qualche anticipazione come la risposta, prudente, di Magrini circa la realizzazione di un vaccino:
«È uno degli obiettivi più urgenti, diverse sperimentazioni sono annunciate in tutto il mondo, alcune sarebbero prossime all’avvio: serviranno almeno 9-12 mesi, a mio avviso. Occorre uno sforzo congiunto di decisori, agenzie regolatorie, ricerca pubblica e privata per arrivare a un vaccino per tutti, efficace e sicuro, in tempi possibilmente rapidi. Si partirà con studi pre-clinici, necessari per autorizzare la sperimentazione clinica. Solo dopo saranno verificate efficacia e sicurezza nell’uomo. Si riuscirà, ma ci vorrà tempo».
Attenzione ai farmaci: è l’AIFA che decide, non i giornali o “mio cugino”
Ma intanto quali farmaci sono sotto osservazione dell’AIFA e al centro di una sperimentazione? Il dottor Magrini innanzitutto spiega come le notizie sui social o anche quelle a mezzo stampa vadano sempre verificate per evitare errori e false speranze e raccomanda di controllare le fonti ufficiali come il sito dell’AIFA stesso (che trovate qui). Di recente noi stessi avevamo spiegato come una eccessiva enfasi sulla notizia di una efficacia del Favipiravir era prematura, cosa che infatti viene confermata nell’intervista:
«Ci sono state enfasi eccessiva e informazioni inesatte. È un antivirale, il nome della molecola è Favipiravir, approvato in Giappone come antinfluenzale e non disponibile in Europa e Stati Uniti. La Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa, sulla base di preliminari e limitate evidenze di attività di questo farmaco nella malattia Covid-19, sta valutando e verificando la possibilità di importare le dosi necessarie per avviare la sperimentazione. Forse si riuscirà a disegnare uno studio sperimentale ad hoc che ci darà informazioni più precise su efficacia e sicurezza in pazienti lievi o non gravi».
Sono diversi i farmaci su cui l’AIFA sta ponendo attenzione per capire se avviare una sperimentazione sul territorio nazionale, è importante sapere che ci sono delle alternative e che non si debba necessariamente ricominciare da zero e che farmaci come gli antriretrovirali o alcuni farmaci antimalarici hanno dato dei risultati positivi, ma la scienza non può né forzare i tempi né affidarsi a pochi casi per dare un risultato che sia utilizzabile e dunque affidabile, di certo non sta con le mani in mano.