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L’infermiera che aiutò a diffondere il vaccino contro il vaiolo nel mondo

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Sandra Ferrer - pubblicato il 31/03/20

La storia curiosa di Isabel Zendal, l'unica donna che partecipò alla spedizione medica che all'inizio del XIX secolo partì dalla Spagna per diffondere il vaccino contro il vaiolo in America e Asia

Il nome, l’identità e la vita di Isabel Zendal Gómez si perdono quasi nella storia per via della frustrante mancanza di dati che la riguardano.

L’aspetto più importante è senz’altro la sua eccezionale partecipazione a una delle missioni mediche di maggior rilievo nella storia.

Isabel Zendal è stata fondamentale in un progetto medico di dimensioni mondiali che ha aiutato ad alleviare gli effetti del vaiolo, malattia che nel XIX secolo è costata la vita a migliaia di persone.

Nota popolarmente come la “dama del vaccino”, Isabel Zendal nacque in un giorno indeterminato del 1773 a Ordes, nella zona di La Coruña, in Spagna, in una famiglia umile.

Nella primavera del 1800 era rettrice della Casa de Expósitos (un orfanotrofio) di La Coruña, dove viveva insieme al figlio Benito. A quasi trent’anni, Isabel doveva avere una buona esperienza nel centro, perché dopo la sua nomina a rettrice introdusse cambiamenti importanti nelle sue strutture per migliorarne la salubrità.


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Isabel aiutò a far sì che gli orfani vivessero in condizioni adeguate, e i miglioramenti che introdusse furono probabilmente la chiave dell’impresa medica d’oltremare che stava per intraprendere.

Mentre Isabel Zendal si dedicava ai bambini a La Coruña, a Madrid veniva organizzato un progetto medico che avrebbe ricevuto il nome di Reale Spedizione Filantropica del Vaccino. All’epoca si era diffuso in Spagna il lavoro del medico britannico Edward Jenner, che aveva scoperto un vaccino contro il vaiolo.

Fu allora che Carlo IV sostenne quello che secondo María Asunción Gómez Vicente in Mujeres emprendedoras entre los siglos XVI y XIX fu un “progetto ambizioso e complesso in base all’ideologia illuminista”.

Il progetto fu guidato dal dottor Francisco Xavier de Balmis, che realizzò un sistema ingegnoso per mantenere il vaccino in buone condizioni durante la lunga traversata. L’idea di Balmis consisteva nell’inoculare il virus ai bambini piccoli in modo progressivo.

Quando la spedizione arrivò a La Coruña, Balmis si mise in contatto con Isabel Zendal,la cui reputazione come rettrice della Casa de Expósitos era nota a tutti, e le propose di partecipare all’impresa per farsi carico dei bambini.

Il 30 novembre 1803, il dottor Balmis, la sua équipe e Isabel Zendal, in qualità di infermiera e accompagnata dal figlio come uno dei piccoli partecipanti alla spedizione, partirono verso l’altro lato dell’Atlantico sulla corvetta María Pita.

La Reale Spedizione Filantropica del Vaccino viaggiò per sei anni in vari Paesi dell’America Latina, arrivando nelle Filippine e in Cina e vaccinando gratuitamente migliaia di persone.




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Il dottor Balmis lodò sinceramente l’operato dell’unica donna ad aver partecipato alla spedizione, ricordandola come la “rettrice che per il duro lavoro e il rigore dei vari climi che abbiamo attraversato ha perso la salute, che infaticabile giorno e notte ha effuso la tenerezza della più sensibile delle madri sui 26 angioletti affidati alle sue cure […] e li ha assistiti completamente nelle loro continue malattie”.

È molto probabile che Isabel non sia mai tornata in Spagna e abbia trascorso il resto della sua vita a Puebla, in Messico. Per molto tempo il suo nome è rimasto nell’oblio. Come afferma la Gómez Vicente, è stata “una donna che non è mai passata ai libri di storia, ma il cui lavoro silenzioso e pieno di abnegazione è stato fondamentale perché questo gesto pionieristico di immunizzazione potesse realizzarsi con successo”.

Nel 1950, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto Isabel Zendal come la “prima infermiera della storia in missione internazionale”.

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