Quando la peste colpì la città di Este nel 1630, i suoi abitanti chiesero aiuto a Santa TeclaSanta Tecla è una delle martiri più importanti del cristianesimo delle origini. Nata in una nobile famiglia dell’Anatolia, nell’attuale Turchia, si unì all’apostolo Paolo nei suoi viaggi in Terra Santa e divenne una guaritrice. Come molti dei primi cristiani, Tecla subì persecuzioni e venne uccisa per la sua fede, ma la sua dedizione a una vita di ascetismo e castità ha ispirato i cattolici per secoli.
Il Libano ha circa 40 chiese dedicate a Santa Tecla, ma è nell’Italia settentrionale che Tecla ha lasciato un’impronta particolarmente profonda.
La prima cattedrale di Milano era originariamente dedicata a Tecla, e la splendida chiesa barocca di Este è ancora la più importante a portare il suo nome in Europa. È qui che negli anni Trenta del Seicento gli abitanti pregarono Santa Tecla durante un violento scoppio di peste bubbonica che uccise 50.000 persone a Este e dintorni. Quando la peste finì, il sacerdote di Este, Marco Marchetti, commissionò un toccante ritratto di Santa Tecla a Gian Battista Tiepolo, esponente di spicco del Barocco veneziano.
In dodici mesi, Tiepolo realizzò un imponente pala d’altare di 27 metri quadri che decora ancora oggi l’altare della cattedrale di Este. Nel dipinto si vede Santa Tecla mentre intercede presso il Padreterno per chiedere la liberazione di Este dalla peste. Tra le scene toccanti c’è una bambina seduta vicino alla madre morta sullo sfondo di Este e delle colline circostanti.
L’anno scorso la pala d’altare è stata resa accessibile al pubblico dopo un lungo restauro che ha aiutato a ripristinarne i colori originali. Uno splendido schizzo a olio usato da Tiepolo durante i lavori preparatori è custodito attualmente presso il Metropolitan Museum di New York.